Malattie degli occhi casi clinici reali
Descrizione di casi clinici reali correlati con iconografia originale, diagnosticati dal titolare del sito, dottor Amedeo Lucente, particolarmente interessanti e clinicamente rilevanti, con considerazioni personali e spesso innovative. Il sito si riserva l'esclusiva originale titolaritá; dell'iconografia e la proprietá intellettuale dei contenuti a fini scientifici e divulgativi. Tutti i contenuti di queste pagine sono di proprietá; esclusiva del sito amedeolucente.it Ne è vietata la riproduzione, anche parziale, se non dietro richiesta scritta al titolore, che ne consentirà o meno l'utilizzo.
Malattie degli occhi :
Glaucoma Peripapillare Seconda Parte
Angio OCT con AngioPlex 5000 Zeiss della regione papillare e del nervo ottico in OD. Come si può notare la densità vasale e la perfusione sono ridotte intorno al disco ottico. L'acquisizione è stata effettuata con modalità 6 mm x 6 mm sul centro geometrico del disco ottico.
Glaucoma peripapillare Prima Parte
Sequenze di immagini di papille ottiche e del polo posteriore di un paziente oltre settantenne con glaucoma. Il tono oculare è di 25 mmHg in OO in prima diagnosi. La zona dove il danno appare oftalmoscopicamente più evidente è l'area peripapillare, dove probabilmente la IOP provoca maggiore danno. La sclera, di cui la lamina cribrosa è una sua parte, potrebbe essere più debole nell'area peripapillare rispetto ad una lamina cribrosa relativamente più resistente, magari per avere più densamente fitti e addensati i tralci di cui è costituita. In quest'evenienza potrebbe verificarsi che il danno agli assoni ganglionari si verifichi nell'area peripapillare piuttosto che in sede papillare, come avviene nella maggioranza dei casi. E'una problematica da studiare con un approccio biomeccanico attraverso la relazione inversa tra Strain, cioè il possibile cedimento alla pressione dei tessuti in questione, e lo stress, cioè la forza applicata per aree specifiche dovute alla IOP. Se verificata quest'ipotesi, la sclera risulterebbe più sensibile al danno da IOP in area papillare come locus di minor resistenza rispetto alla zona che fisiologicamente è più suscettibile, la papilla ottica con la lamina cribrosa. Se presenti locus dove il danno può esplicarsi più facilmente per la presenza di una struttura sclerale sottile e cedevole come l'area peripapillare, l'area papillare vera e propria potrebbe essere relativamente risparmiata dall'influenza della IOP. In questo caso può sussistere a mio parere questa ipotesi molto suggestiva, da validare con indagini biomeccaniche e con la verifica degli spessori selettivi sclerali e della lamina cribrosa. E' possibile dinamicamente infatti verificare le zone sclerali più cedevoli all'aumento della IOP, come studiato e dimostrato dall'ingegner Massimo Fazio a Birmingham US e dal Dipartimento di Meccanica dell'UNICAL di Cosenza da Luigi Bruno, che collabora da anni con Fazio, avendone curato la formazione negli anni universitari a Cosenza.
Retinopatia diabetica in giovane trentenne insulinodipendente
Immagine della retina occhio destro di un giovane di 24 anni insulinodipendente.
Foro Retinico Periferico Gigante
Il nostro comportamento terapeutico nei confronti delle lesioni retiniche periferiche non sicuramente regmatogene è molto cambiato negli ultimi anni. Gli studi epidemiologici e le evidenze cliniche hanno portato ad una rilevante riduzione del numero di trattamenti argon laser periferici, e ad una moderazione sull'energia applicata per singolo spot e complessiva.Il caso in discussione è molto singolare. Non ho trovato descritto nella letteratura consultata fori retinici atrofici periferici di tali proporzioni. Le grandi dimensioni 3 mm x 5 mm circa rendono, infatti, questo occasionale reperto oftalmoscopico del tutto insolito, e mi hanno spinto, dopo colloquio con il direttore di Oftalmologia Domani, Costantino Bianchi, recentemente scomparso, ad aprire questa Consensus Conference, coinvolgendo più colleghi di lunga e comprovata esperienza in diversi ambiti lavorativi.Le risposte ricevute integralmente riportate hanno confermato l’appropriatezza clinica del dibattito aperto, e convalidato la fondatezza per i dubbi e le incertezze terapeutiche inizialmente manifestate. Per Consensus Conference generalmente si intendono riunioni e dibattiti promossi per ricevere opinioni su argomenti controversi in ambito scientifico, tecnologico o etico. Introdotte per la prima volta in Danimarca negli anni Ottanta dal Danish Board of Technology, Commissione Danese sulla Tecnologia, le Consensus Conference sono tuttora utilizzate con grande rispondenza e partecipazione della popolazione, che apprezza molto questa forma diretta di democrazia.Pur non avendo alcun potere formale, questo tipo di consultazioni godono ancor oggi di molta popolarità e grande autorevolezza tra le istituzioni. Tutta la Redazione di Oftalmologia Domani è soddisfatta di poter iniziare questo nuovo percorso ancora poco esplorato, con la certezza che il colloquio e il dibattito su temi così controversi siano utili per allargare le conoscenze di tutti. Rivisitata la paziente a distanza di 7 mesi circa il quadro clinico è invariato, così come il visus e gli altri parametri soggettivi. Il tono oculare è salito di 2 mmHg, senza destare preoccupazioni. L'aspetto del foro è immutato. Ho riposizionato una lente a contatto a tre specchi per vedere meglio i dettagli del bordo: oltre il lembo biancastro si intravede con maggior definizione una pigmentazione che argina il bordo stesso. Non sono presenti segni di trazione visibili. Ho informato la paziente della'avvenuta Consensus Conference a suo favore e invitata, qualora lo ritenesse utile, ad un confronto diretto con qualche collega intervenuto nel dibattito. Confermato il controllo semestrale osservazionale.
Maculopatia atrofioca bilaterale con cataratta
Immagine di maculopatia atrofica geografica bilaterale in paziente con cataratta. Il quadro classico in soggetto ultra ottantenne di comune riscontro nella pratica clinica, pone il problema se sia di efficacia, per le condizioni visive della paziente, proporre l'intervento di cataratta. Le richieste di una migliore qualità visiva spesso manifestata dai pazienti, ci pone difronte al quesito, mai completamente risolto dagli studi longitudinali, se l'intervento di cataratta possa favorire un ulteriore evoluzione negativo per la funzione visiva, come è nell'esperienza comune, e più volte descritta in letteratura. Personalmente mi regolo prendendo in considerazione alcuni importanti parametri come l'evolutività della lesione maculare, l'assenza di neovasi, la densità dell'opacità del cristallino, l'aspettativa di vita, la familiarità per maculopatia, l'esigenze del paziente.
Iperplasia dell'EPR
Quadro retinico periferico di iperplasia dell'epitelio pigmentato retinico. Come risulta dalla letteratura esiste un'associazione tra la poliposi familiare del colon e la presenza di aree di iperplasia retinica dell'EPR, come il caso presentato. Fotografare la zona retinica interessata, misurarne le dimensioni e chiedere di eventuale patologia intestinale è un iter corretto e da seguire. Sarà il gastroenterologo a decidere se procedere ad una colonscopia di controllo in base ai sintomi del paziente. Ricordo che il cancro del colon spesso esita da una poliposi misconosciuta, e che è il più frequente carcinoma di tutto l'apparato intestinale nell'uomo.