Malattie degli Occhi Casi Clinici Reali : Glaucoma peripapillare Prima Parte
Sequenze di immagini di papille ottiche e del polo posteriore di un paziente oltre settantenne con glaucoma. Il tono oculare è di 25 mmHg in OO in prima diagnosi. La zona dove il danno appare oftalmoscopicamente più evidente è l'area peripapillare, dove probabilmente la IOP provoca maggiore danno. La sclera, di cui la lamina cribrosa è una sua parte, potrebbe essere più debole nell'area peripapillare rispetto ad una lamina cribrosa relativamente più resistente, magari per avere più densamente fitti e addensati i tralci di cui è costituita. In quest'evenienza potrebbe verificarsi che il danno agli assoni ganglionari si verifichi nell'area peripapillare piuttosto che in sede papillare, come avviene nella maggioranza dei casi.
E'una problematica da studiare con un approccio biomeccanico attraverso la relazione inversa tra Strain, cioè il possibile cedimento alla pressione dei tessuti in questione, e lo stress, cioè la forza applicata per aree specifiche dovute alla IOP. Se verificata quest'ipotesi, la sclera risulterebbe più sensibile al danno da IOP in area papillare come locus di minor resistenza rispetto alla zona che fisiologicamente è più suscettibile, la papilla ottica con la lamina cribrosa.
Se presenti locus dove il danno può esplicarsi più facilmente per la presenza di una struttura sclerale sottile e cedevole come l'area peripapillare, l'area papillare vera e propria potrebbe essere relativamente risparmiata dall'influenza della IOP. In questo caso può sussistere a mio parere questa ipotesi molto suggestiva, da validare con indagini biomeccaniche e con la verifica degli spessori selettivi sclerali e della lamina cribrosa. E' possibile dinamicamente infatti verificare le zone sclerali più cedevoli all'aumento della IOP, come studiato e dimostrato dall'ingegner Massimo Fazio a Birmingham US e dal Dipartimento di Meccanica dell'UNICAL di Cosenza da Luigi Bruno, che collabora da anni con Fazio, avendone curato la formazione negli anni universitari a Cosenza.
Il quadro retinico in OS è identico all'occhio adelfo. Invece di essere la papilla ottica alterata e escavata, il danno appare evidente nell'area peripapillare per 360 gradi.