cataratta, intervento ed operazione di cataratta, sintomi e cure

La cataratta

facoemulsificazione Anticamente si pensava che la cataratta fosse provocata dalla discesa sull'occhio di un liquido del cervello.
In realtà è dovuto ad un progressivo opacamento del cristallino
La malattia si manifesta in genere dopo i 60 anni ed i disturbi consistono in un progressivo annebbiamento della vista.
Si tratta di una patologia tipica della senescenza ma può interessare anche età meno avanzate, specialmente se legata a fattori secondari, flogosi, cause iatrogene e congenite.
Il processo di opacizzazione può interessare il nucleo della lente, le porzioni corticali od entrambi; la forma "nucleare", frequentemente legata all'invecchiamento può, nelle fasi iniziali, determinare la comparsa di una refrazione miopica, a causa dell'aumento dell'indice di refrazione del nucleo stesso: capita spesso che il paziente presbite noti un effettivo miglioramento nella visione da vicino, al punto da riuscire, a volte,ad abbandonare l'uso di occhiali nella visione per vicino.
La cataratta totale rende praticamente ciechi ed è necessario intervenire chirurgicamente, sostituendo il cristallino opacizzato con una lente artificiale intraoculare, posizionata dietro all'iride.
L'intervento richiede sempre l'apertura chirurgica del bulbo, anche se l'ampiezza del taglio si è andata progressivamente riducendo negli anni, grazie anche alla produzione di cristallini artificiali espandibili, che vengono inseriti nell'occhio con un iniettore.
Diversamente dal tipo di intervento di cataratta che si eseguiva anni fa, attualmente il nucleo del cristallino viene frantumato dal chirurgo mediante una sonda ad ultrasuoni "facoemulsificatore", il che ha comportato la riduzione dei tempi d'intervento; tuttavia, quanto più la cataratta è "matura" (ossia più è in fase avanzata), più il nucleo lenticolare diviene duro ed il chirurgo impiega più tempo nel processo di facoemulsificazione.
L'unica terapia efficace è quella di intervento di cataratta.

Per saperne di più: lacataratta.it

Sintomi della cataratta

L'opacamento del cristallino non avviene in maniera eguale in tutti i pazienti; se si paragona il cristallino ad una grossa lenticchia si può localizzare la cataratta in varie sedi;l'opacità può interessare il materiale cenil cristatrale (cataratta nucleare) oppure quello sottostante all'involucro (cataratta sottocapsulare) oppure quella corticale ma esistono numerose altre varianti.
L'opacizzazione può essere di varie intensità, lieve, moderata, marcata, densa. Gli effetti dell'opacamento, la sua localizzazione e sua intensità, possono produrre disturbi variabili soprattutto in diverse condizioni di luce ambientale.
Si comprende, quindi, che non tutti i pazienti abbiano gli stessi disturbi visivi alla comparsa della cataratta, che è un fenomeno generalmente lento e progressivo e che questi disturbi possono cambiare con l'evolvere della cataratta stessa.
I sintomi principali del soggetto affetto da cataratta:
  • calo progressivo dell'acuità visiva che spesso avviene molto lentamente e , quindi , frequentemente non viene notato dal paziente; non almeno fino a quando non impedisce le normali azioni quotidiane quali la lettura, la guida etc;
  • annebbiamento visivo: la visione offuscata è uno dei sintomi principali di cataratta già in stato avanzato;
  • alterazione nella percezione dei colori;
  • scarsa visione notturna; questo sintomo, insieme all'abbagliamento in corrispondenza di luci artificiali, rende la guida molto difficile dopo il tramonto e, ancor di più all'ingresso/uscita dalle gallerie;
  • necessità di una maggior illuminazione per la lettura;
  • miopizzazione: sintomo che garantisce una buona lettura senza occhiali; frequentemente i pazienti, pur con scarsa visione per lontano, riferiscono di poter fare a meno degli occhiali in uso per vicino ; questo apparente beneficio va visto con sospetto;
  • diplopia monoculare: la differente densità di zone vicine dello stesso cristallino può favorire la formazione di due immagini diverse dello stesso oggetto;
  • riduzione della sensibilità al contrasto, cioè della capacità di distinguere due oggetti simili ma diversi.


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Cataratta secondaria e Yag laser

Molti credono o pensano che l'intervento della cataratta venga eseguito con il laser ma non è così. Si utilizzano ultrasuoni con un metodo chiamato facoemulsificazione o un microgetto d'acqua con una tecnica chiamata Aqualase.
La facoemulsificazione è l'inserzione di una lente nel sacco capsulare permettono risultati eccezionali.

Utilizzo del laser

Circa nel 25% dei pazienti alcune settimane o mesi o anni dopo l'intervento di cataratta.

Perché e come si utilizza il laser?

La cataratta assomiglia ad una specie di lenticchia e l'intervento consiste nel rimuovere la porzione anteriore dell'involucro, nell'asportare poi tutto il contenuto e nell'inserire poi il cristallino artificiale nell'involucro restante o sacco capsulare.
Ebbene, sebbene l'involucro, al momento dell'inserimento del cristallino artificiale sia trasparente, può succedere nel tempo che si opacizzi (cataratta secondaria); in tal caso, la vista del paziente si annebbia di nuovo come quando, prima dell'intervento, c'era la cataratta.

Yag laser per la cataratta

Aspirazione della cataratta con facoemulsificatore Con un laser, chiamato Yag, si disintegra l'involucro opaco nella sua porzione centrale (il raggio laser riesce a passare attraverso il cristallino artificiale senza danneggiarlo) e si ridà chiarezza alla visione. L'opacizzazione dell'involucro avviene più precocemente nei pazienti giovani e si verifica più frequentemente con certi modelli di lenti anche se le differenze percentuali sono minime.
L'intervento si esegue con o senza lente a contatto previa anestesia corneale, dura pochi minuti ed è efficace e sicuro.
Tuttavia, è opportuno eseguire uno Yag Laser per tale patologia solo quando il visus è almeno diminuito di un 30%, o la qualità della visione del paziente viene alterata dalla opacità della capsula posteriore.
Questo perchè è comunque una procedura invasiva che necessita di consenso informato, essendo descritti, anche se raramente, inconvenienti vitreo-retinici secondari al trattamento Yag Laser.
yag laser Di solito si dilita la pupilla con midriatico a bassa concentrazione e bastano pochi colpi per tagliare la capsula centrale.
Il più frequente inconveniente che può succedere e di intaccare la lentina introculare, tale errore di solito non comporta difficoltà visive per il paziente.
La bravura del chirurgo è quella di mettere a fuoco la capsula posponendo lievemente il fuoco dello strumento in camera vitrea.

Il primo cristallino artificiale

Aspirazione della cataratta con facoemulsificatore Testo tratto da Cataract and Refractive Surgery Today.
Il 27 novembre 1947 è stato impiantato in Inghilterra dal Dr. Harold Ridley il primo cristallino artificiale.
Come venne l'idea? Che materiale impiegò? Quali risultati ebbe?
Un giorno mentre il chirurgo asportava chirurgicamente una cataratta da un occhio, un assistente chiese come mai toglieva una lente così importante dall'occhio senza sostituirla?
L'idea era nata.
Aspirazione della cataratta con facoemulsificatore Era appena terminata la seconda guerra mondiale e molti erano i soldati che negli ultimi anni erano ricoverati con ferite agli occhi.
Aspirazione della cataratta con facoemulsificatore Alcuni piloti di aerei da combattimento avevano ricevuto ferite con schegge del parabrezza degli aerei e, cosa molto strana, questo materiale non dava reazioni o infiammazioni all'occhio?
Il Dr. Ridley pensò che questo poteva essere il giusto materiale.
Infatti, lo era.
Aspirazione della cataratta con facoemulsificatore Tanto è vero che, per parecchi decenni, è stato l'unico materiale impegnato per produrre cristallini artificiali.
I risultati dei primi interventi. Alcuni buoni , altri no.
La chirurgia oftalmica, a quei tempi, veniva ancora eseguita ad occhio nudo (senza microscopio), era molto grossolana. Inoltre si sapeva poco sul come costruire un buon cristallino (di forma, peso e dimensione adatta) e come sterilizzarlo per non avere infezioni o infiammazioni.
Ma, il grande pregio del dr. Ridley è di aver tracciato una strada che ha dato (fino ad ora) la vista ad almeno 60 milioni di persone in tutto il mondo.ù

Siti collegati:

www.miopia.com
www.oculista.info
Preparazione all'intervento di cataratta : Scheda Paziente per l'intervento di cataratta vedi la scheda

Gli strumenti utilizzati per la preparazione all'intervento della cataratta

Microscopio endoteliale

microscopio endoteliale Il microscopio endoteliale consente, senza alcun contatto col paziente, di acquisire automaticamente l'immagine dell' endotelio e di visualizzare alcuni parametri clinicamente utili relativi alle cellule, tra cui: numero e densità delle cellule, forma e superficie, area minima ed area massima, percentuale di cellule di varia forma, istogramma della distribuzione di dimensione delle aree, pachimetria.
La procedura di acquisizione è gestita e realizzata via software, garantendo così una maggiore affidabilità, un minor costo realizzativo ed una maggiore flessibilità di utilizzo. La camera digitale CCD utilizzata consente di ottenere immagini ben contrastate e di ottima qualità. L'algoritmo di scelta del miglior fuoco rappresenta un sistema di focalizzazione del tutto innovativo.
Lo strumento non necessita di alcun computer, in quanto esso è integrato al suo interno.
Ecobiometria a Scan Ecobiometria A-scan per la determinazione del potere della lentina intraoculare (IOL), indispensabile per la preparazione all'intervento di cataratta e per decidere e concordare con il paziente la migliore e più gradevole visione post-operatoria.
Con la determinazione del potere della lentina ( IOL ) si può decidere se privilegiare la visione per vicino o per lontano, secondo le abitudini del paziente e secondo il difetto refrattivo pre-operatorio.
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L'intervento di cataratta (scelta del chirurgo)

Ricorrere ad un intervento chirurgico agli occhi è qualcosa che nessuno fa con piacere; se proprio c'è un'esigenza dovuta alla presenza di patologie più o meno gravi (cataratta, glaucoma, patologie corneali, patologie retiniche) occorre per lo meno saper scegliere bene il chirurgo e la struttura a cui appoggiarsi.

La scelta del chirurgo oculista non è sempre facile anche se è favorita dal gran numero di informazioni oggi disponibili nei Centri Oculistici, privati e non, presenti in Italia e sui medici chirurghi che ci lavorano.
In realtà, l'eccessivo numero di indicazioni e consigli, spesso in contraddizione tra loro e provenienti da soggetti diversi e più o meno informati (medico di famiglia, amici, parenti,mass-media), possono generare confusione e rendere questa scelta molto difficile.

E' utile, quindi, per orientarsi, seguire alcuni criteri essenziali successivamente elencati:
  • Accertarsi dell'esperienza del chirurgo, del numero di interventi effettuati, del grado di specializzazione raggiunto: molti chirurghi oculisti, per esempio, scelgono di dedicarsi alla chirurgia del segmento anteriore (cataratta, chirurgia rifrattiva, trapianto di cornea, glaucoma) oppure del segmento posteriore dell'occhio (chirurgia vitreo-retinica) proprio per raggiungere la manualità ed il grado di esperienza ottimale per gli uni o per gli altri interventi, più difficile da ottenere praticando la totalità degli interventi chirurgici oculari.
  • Ricorrere ai chirurghi più aggiornati, che abbiano partecipato ad un certo numero di congressi nazionali ed internazionali, che abbiano pubblicato libri e/o articoli scientifici e che sappiano pertanto proporre al paziente le più recenti tecniche chirurgiche; l'oculistica,infatti, è in costante progresso e le tecniche chirurgiche si evolvono molto repentinamente; è necessario perciò evitare il rischio di essere sottoposti ad interventi chirurgici non più attuali.
  • Una buona indicazione del modo di lavorare del chirurgo e della sua equipe viene dato anche dalla visita medica preoperatoria; la moderna chirurgia per fornire risultati ottimali deve essere preceduta da un attento e accurato esame dell'occhio; esso deve consentire al medico, attraverso l'esecuzione di numerosi e differenti accertamenti specialistici, di valutare le condizioni dell'occhio e stabilire l'idoneità all'intervento; quindi, una visita ben fatta è un buon indice che verrà anche fatto un buon intervento.
  • Informarsi con molta attenzione sull'intervento chirurgico proposto; cioè sui vantaggi ma anche sugli inconvenienti e sui possibili rischi; leggere, con molta attenzione, il consenso informato; oltre ad una spiegazione dell'intervento che verrà eseguito, esso deve descrivere anche le complicazioni, sia quelle importanti che quelle meno rilevanti; comunque, il paziente deve chiedere al medico le informazioni ritenute necessarie e cercare di chiarire eventuali dubbi; le risposte devono essere complete ed esaurienti.
    I Centri Oculistici più organizzati, oltre a mettere a disposizione dei pazienti gli opuscoli informativi su tutte le patologie trattate, forniscono ogni spiegazione attraverso un approfondito colloquio.
  • Struttura privata o pubblica? Quale struttura fra quelle pubbliche?
    Certamente è preferibile quello dove si eseguono molte chirurgie oftalmiche, dove ci sia un' equipe ben strutturata e aggiornata, dove si esegua chirurgia ambulatoriale.
    Nella scelta incide senz'altro anche il costo dell'intervento. Chi vuole spendere poco o nulla trova nella struttura pubblica la sede idonea dell'intervento; occorre, comunque accertarsi di essere operati dal chirurgo prescelto e non da un altro, magari meno esperto.
    In ambienti privati, il paziente è certo che verrà operato dal chirurgo prescelto e può preferire la data dell'operazione, cosa che può essere utile anche per ridurre al minimo l'assenza dal lavoro; inoltre, egli riceve un'assistenza più personalizzata.
Fonte : www.camospa.it
Altre notizie sull'intervento di cataratta: interventodicataratta.it

Prostata e Cataratta

I risultati di un nuovo studio rafforzano la necessità che, i pazienti che assuono Omnic® e Pradif® (tamsulosina) per il trattamento dell'ingrossamento della prostata e di problemi urinari, debbano informare il proprio oculista circa il loro utilizzo di questo farmaco prima di un intervento chirurgico agli occhi. La raccomandazione viene dall'American Academy of Ophthalmology e dalla Società Americana di Chirurgia della cataratta e rifrattiva (ASCRS) e aggiorna quanto era stato già reso noto nel 2006. Il nuovo studio, pubblicato lo scorso mese nel Journal of American Medical Association, ha rilevato che gli alfa-bloccanti (Omnic e Pradif in Italia) aumentano il rischio di alcune complicanze durante gli interventi chirurgici per cataratta.

Raccomandazione per i pazienti: uomini e donne I pazienti che assumono alfa-bloccanti o prendono in considerazione l'ipotesi di assumere alfa-bloccanti, dovrebbero essere consapevoli del fatto che i farmaci possono aumentare la difficoltà di un intervento chirurgico di cataratta. Anche se L'Omnic ed il Pradif sono in gran parte prescritti agli uomini per il trattamento dell'ingrossamento (ipertrofia) della prostata, ci sono anche alcune donne che assumono il farmaco per il trattamento di problemi di ritenzione urinaria. Altri alfa-bloccanti sono usati per trattare l'ipertensione (Cardura, Minipress).

È importante che i pazienti informino il proprio oculista se sono in corso di trattamento con alfa-bloccanti, come Pradif e Omnic, o lo hanno fatto in passato. Una volta informato, l'oculista può prevedere alcuni problemi e decidere di utilizzare tecniche chirurgiche differenti che consentano, comunque, di raggiungere ottimi risultati. I pazienti non devono decidere di cessare autonomamente l'assunzione di farmaci per la prostata / alfa-bloccanti senza consultare il proprio medico generico o il proprio urologo.

Prima di ricevere per la prima volta la prescrizione di un farmaco alfa-bloccante, i pazienti che sono già affetti da cataratta devono sapere che questi farmaci potranno successivamente complicare l'operazione di cataratta. Per questo motivo, sarebbe opportuno consultare il proprio oculista in merito, in modo da decidere anche su quale possa essere il momento migliore per sottoporsi ad intervento di cataratta.

"Ci sono molti fattori che un medico deve valutare nella scelta di un farmaco per il trattamento dell'ingrossamento della prostata", ha dichiarato il dottor David F. Chang, uno dei ricercatori che hanno identificato per la prima volta l'effetto che può avere l'Ominic nell'intervento per cataratta. "I chirurghi oculisti sono in grado di fornire ulteriori consigli su come l'Omnic ed il Pradif potrebbero incidere nei pazienti sui rischi per la chirurgia oculare, e se possa essere consigliabile l'interruzione, la procrastinazione o il divieto di assumere il farmaco".

E' anche importante ricordare, per non allarmare i pazienti già in terapia con Omnic e Pradif, che essi possono avere risultati eccellenti sottoponendosi ad intervento per cataratta, a patto che il loro oculista che esegue l'intervento venga avvisato. "Anche assumendo Omnic e Pradif, il rischio di gravi complicanze chirurgiche nell'intervento per cataratta è molto basso, ed i pazienti non devono per questo evitare o ritardare l'intervento chirurgico", ha detto il dottor Chang.

Informazioni di base La cataratta e l'ipertrofia (ingrossamento) della prostata sono condizioni che diventano molto comuni col passare degli anni. La cataratta è una progressiva opacizzazione del cristallino, una piccola lente che si trova negli occhi, ed è la più comune causa di peggioramento della vista legata all'invecchiamento. Gli oculisti trattano la cataratta chirurgicamente rimuovendo il cristallino naturale opacizzato e sostituendolo con un cristallino artificiale trasparente.
Le informazioni sono fornite dal Centro Oculistico Pascotto

Linee guida per la cataratta

di Prof. Umberto Merlin. Specializzato in Oculistica, Libero docente in Ottica Fisiopatologica - Rovigo

Il Consiglio Direttivo SOI delibera l'elenco degli esami oculistici preliminari consigliati per interventi della cataratta e chirurgia rifrattiva per qualsiasi struttura Pubblica o privata (convenzionata o accreditata).

Per l'intervento di cataratta, eseguita con qualsiasi tecnica e qualsiasi strumento:
  • visita oculistica completa (comprendente anamnesi, refrazione, visus corretto, tonometria, esame degli annessi e del segmento anteriore).
  • Biomicroscopia corneale (che comprende esame alla lampada a fessura, conta endoteliale). Oftalmoscopia (che comprende l'oftalmoscopia propriamente detta quando è possibile esplorare il fondo oculare, altrimenti esami per valutare la funzionalità e posizione della retina come elettroretinografia e l'ecografia.
  • Ecobiometria oculare (indispensabile per calcolare il potere della lente intraoculare da impiantare).
Per la chirurgia rifrattiva con laser ad eccimeri :
  • visita oculistica completa (comprendente anamnesi, refrazione, visus corretto, tonometria, esame degli annessi e del segmento anteriore).
  • Pupillometria (lo strumento a disposizione del centro).
  • Oftalmoscopia (che comprende l'oftalmoscopia propriamente detta per una valutazione della papilla e del fondo oculare).
  • Pachimetria oculare (per accertare la fattibilità della correzione con il laser).
  • Topografia corneale (per accertare eventuali situazioni o conformazioni corneali controindicanti l'intervento).
  • Aberrometria (necessaria per i laser che hanno in dotazione un programma di ablazione personalizzata).
Linee guida approvate con delibera del Consiglio Direttivo in data 19-6-2004

Femtocataract - Intervento ci cataratta con il laser a femtosecondi



Consigli utili per l'intervento di Cataratta

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Periodo pre-operatorio

  • visita oculistica completa, con anamnesi approfondita generale ed oculare, esame del visus per lontano e vicino, controllo tono oculare, esame retinico maculare e della periferia retinica, esecuzione esame OCT per determinare la funzionalità retinica centrale secondo le necessità, esame del vitreo, test di Amsler e di Hishihara, determinazione dell'occhio dominante, verifica delle vie lacrimali bilateralmente, esame dell'endotelio corneale con microscopio speculare, esame pachimetrico, esame dell'angolo della camera anteriore in presenza di angoli stretti, eco-biometria A-Scan per il potere della IOL da impiantare, verificare dilatabilità pupillare, presenza del riflesso rosso del fondo, condizioni della zonula e del cristallino;
  • terapia antibiotica bilateralmente per tre giorni in confezione monodose;
  • terapia con colliri FANS per un mese prima dell'intervento di cataratta;
  • usare tovagliolini sterili monouso per l'igiene periorbitaria per tre giorni bilateralmente;
  • fare shampoo ai capelli e curare molto l'igiene del corpo;
  • non sospendere la terapia generale e oculare senza l'indicazione dell'oculista curante prima dell'intervento di cataratta;
  • portare con sé le confezioni dei farmaci in uso alla visita pre-operatoria e mostrarli all'atto dell'intervento e nei vari controlli;
  • conservare con cura una cartella con le schede degli esami pre-operatori, operatori e post-operatori.

Periodo post-operatorio all'intervento di cataratta

  • non sbendarsi da solo ma attendere le indicazioni dell'oculista; di solito si resta bendati per 12 ore dopo l'intervento di cataratta e si viene sbendati il giorno dopo al primo controllo;
  • eseguire con attenzione le indicazioni terapeutiche prescritte; la terapia deve essere continuata per un mese salvo diverse istruzioni, i colliri FANS preferibilmente per tre mesi;
  • non toccare o premere l'occhio operato, evitare attività fisica intensa e per qualche giorno la doccia sul capo per evitare irritazioni oculari, eseguire i controlli oculistici: il giorno dopo l'intervento, ad una settimana e ad un mese;
  • portare occhiali da sole sfumatura marrone nel periodo post-operatorio e anche dopo, in presenza di illuminazione artificiale o naturale di una certa entità;
  • fare i controlli oculari ogni sei mesi dopo l'intervento con un esame OCT e conta delle cellule endoteliali, preferibilmente ad un mese dall'intervento;
  • per l'eventuale intervento di cataratta dell'altro occhio attendere un mese circa.

Cataratta, arriva la chirurgia a bassa pressione

Intervento di cataratta senza dolore grazie ad una chirurgia sempre più precisa e mini invasiva. Sono alcuni dei vantaggi dell’intervento ‘a bassa pressione’, importante passo avanti nella chirurgia di una malattia molto diffusa come la cataratta.

Grazie a questo nuovo sistema che permette di tenere sotto controllo la quantità di liquidi in entrata e uscita, la pressione dell’occhio, nel corso dell’intervento viene mantenuta ad un livello vicino a quello normale a differenza di quanto accade nell’intervento tradizionale. Questa è una delle novità che saranno presentate nel corso del Congresso di oculistica AICCER in programma a Rho dal 13 al 15 marzo in collegamento live con le sale operatorie di Humanitas.

La chirurgia della cataratta a bassa pressione

“Con i sistemi tradizionali a caduta - spiega il dott. Paolo Vinciguerra, direttore di Humanitas Centro Oculistico e organizzatore del Congresso AICCER, Associazione Italiana di Chirurgia della Cataratta e Refrattiva - durante la fase di aspirazione del cristallino frammentato o con ultrasuoni o con laser a femtosecondo, nel corso dell’intervento si utilizza uno strumento che aspira e allo stesso tempo infonde liquidi”. L’ingresso di questi liquidi può avvenire o a caduta, regolando la distanza fra la boccia di infusione e l’occhio, oppure con un sistema attivo che, controllando la pressione, inietta la quantità utile.

L’infusione a caduta determina una regolazione meno precisa e, per mantenere un livello di sicurezza, un incremento della pressione intraoculare fino a 10 volte maggiore rispetto a quella normale dell’occhio. Sporadicamente questo incremento è percepito dal paziente come un senso di pressione e, talvolta, un lieve dolore che può richiedere una dose aggiuntiva di anestetico.

La sala operatoria del futuro

Un dialogo prima fra le macchine, poi col chirurgo che riceve le informazioni in tempo reale e le elabora. Risultato: maggiore efficienza durante l’intervento. Si tratta di una sala operatoria di ultima generazione in cui gli strumenti sono collegati attraverso un sistema wi-fi che permette la comunicazione fra loro. Ogni passo è pensato in funzione di quello successivo. Un sistema integrato tra femtosecondo, microscopio, facoemulsificatore e sistema che consente di posizionare con precisione la lente intraoculare alla fine dell’intervento.

Il chirurgo ha sempre la supervisione delle informazioni in arrivo dagli strumenti o attraverso la proiezione all’interno della propria retina o attraverso l’emissione di frasi o suoni da parte delle macchine. "Durante la prima fase – spiega il dott. Vinciguerra – vengono effettuate le misurazioni per determinare lecaratteristiche della cataratta e la lente che dovrà essere impiantata. Queste informazioni vengono trasferite al microscopioche proietta i dati al chirurgo". Il femtosecondo ha già ricevuto le informazioni, sa dove si trova la pupilla, l’asse visivo, localizza l’astigmatismo e predispone i tagli per minimizzare il disturbo. Infine i dati vengono trasferiti al facoemulsificatore, strumento che elimina la cataratta mantenendo una pressione adeguatamente regolata".

AICCER: chirurgia alla moviola e responsabilità sociale

Durante il Congresso, in programma a Rho dal 13 al 15 marzo, saranno effettuati dei collegamenti con le sale operatorie di Humanitas e gli specialisti potranno rivedere al rallentatore gli interventi per discuterne. AICCER non sarà soltanto un congresso scientifico, ma anche un’importante occasione per riflettere sullaresponsabilità sociale. Spunti di riflessione saranno posti ai presenti dall’Associazione Cometa e dall’Opera San Francesco, fondata nel 1959 dai Frati Cappuccini di Viale Piave a Milano, che offre ai poveri assistenza gratuita e accoglienza.

Sul sito www.humanitasalute.it un approfondimento relativo allaprevenzione della cataratta attraverso alimentazione e stili di vita.

torna al menù Leggi anche : la chirurgia della cataratta
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