Falso Alzheimer: in Italia oltre 115mila casi. Cos'è, i sintomi e la diagnosi

Falso Alzheimer: in Italia oltre 115mila casi. Cos'è, i sintomi e la diagnosi

Ogni anno colpisce 115mila persone solo in Italia. 
Ma è curabile, se riconosciuto tempestivamente

È una malattia ancora poco nota, ma con un impatto significativo tanto sulla vita dei pazienti quanto sul sistema sanitario nazionale. 

L’idrocefalo normoteso colpisce prevalentemente le persone oltre i 65 anni di età e presenta sintomi che si sovrappongono a quelli di Alzheimer, Parkinson o demenza senile. 
Per questo, spesso, si parla di "falso Alzheimer". 

Una condizione che si manifesta attraverso tre segni distintivi, ovvero deterioramento cognitivo, incontinenza urinaria e disturbi della deambulazione, come la sensazione di avere i piedi più pesanti. 

Sintomi che purtroppo rendono difficile riconoscere tempestivamente la malattia. 
A differenza delle patologie neurodegenerative con cui viene confusa, tuttavia, può essere trattata in modo efficace se presa per tempo.

Secondo le stime, solo il 20-25% dei casi viene identificato correttamente. 
La mancata diagnosi non compromette soltanto le possibilità di recupero dei pazienti, ma comporta anche trattamenti farmacologici inappropriati, con effetti potenzialmente dannosi e costi importanti per il sistema sanitario.

Solo nel 2024, i casi di idrocefalo normoteso non riconosciuti in Italia potrebbero variare tra 114.900 e 611.400: secondo le proiezioni, una diagnosi corretta e un trattamento adeguato potrebbero portare a un risparmio annuo compreso tra 6,7 e 35,8 miliardi di euro. 
In una valutazione estesa al periodo 2024-2033, Roberto Cerchiara, esperto in statistica sanitaria, stima da 134mila a 707mila i casi totali in Italia. 
Il risparmio potenziale per il sistema sanitario ammonterebbe, in questo scenario, tra 93,6 e 464 miliardi di euro in un decennio. Il motivo di numeri tanto importanti? I costi annui per un paziente affetto da Alzheimer o Parkinson si aggirano attorno ai 50-70mila euro, contro i 13mila euro necessari per un paziente con idrocefalo normoteso risolto chirurgicamente.

La diagnosi dell’idrocefalo normoteso è possibile attraverso l’utilizzo di tecniche di imaging come la tomografia assiale computerizzata (TAC) o la risonanza magnetica. 
In presenza dei sintomi caratteristici e di un aumento delle cavità cerebrali dovuto a un eccesso di liquido cerebrospinale, è possibile intervenire chirurgicamente. 
Il trattamento consiste nel posizionamento di uno shunt, un sottile tubicino che drena il liquor in eccesso dal cranio, normalizzando così la pressione intracranica. L'intervento da solo è sufficiente per restituire al paziente una buona qualità di vita, a patto che venga eseguito in tempo utile.

Il "falso Alzheimer" continua a essere ampiamente sottodiagnosticato, con conseguenze impossibili da trascurare sul piano clinico e sanitario. Per questo motivo, è necessario promuovere una maggiore consapevolezza della patologia sia tra i professionisti sanitari sia nell’opinione pubblica, attraverso iniziative di informazione e formazione specifica.

fonte https://www.gazzetta.it/salute   2025
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