Longevità: la vera non è sulla carta d'identita'. Parla Ascanio Polimeni
Quando l'età biologica conta più di quella anagrafica: i test e le strategie per ringiovanire le nostre cellule, secondo l'esperto
Avere 30 anni e sentirsene il doppio. O averne 70 e percepirne una ventina di meno.
Uno dei paradossi della vita è proprio quello del tempo che passa e lo fa in modo diverso per ciascuno. E non si tratta solo di percezione: la scienza conferma che età anagrafica e età biologica non sempre coincidono.
Da qui il desiderio umano, troppo umano, di cercare un rimedio fermare il tempo. Ma è possibile? Ascanio Polimeni, medico esperto di medicina anti-aging di fama internazionale, è convinto di sì, possiamo influenzare la nostra età biologica attraverso scelte mirate.
Qual è la differenza tra età anagrafica ed età biologica?
"L'età anagrafica è quella sulla carta d'identità e non cambia. L'età biologica è il grado di invecchiamento delle nostre cellule. La misuriamo studiando varie molecole con algoritmi avanzati. E, a differenza dell'anagrafica, possiamo modificarla in meglio o in peggio”.
C'è modo di misurare l'età biologica?
"I test più avanzati analizzano l'epigenetica e costano almeno 1000-1500 euro. Ma esistono marker più accessibili, come il Klotho, che costa circa 100 euro. È una proteina legata a molti aspetti dell'invecchiamento: chi ha un Klotho 'giovane' vive più a lungo e sviluppa meno patologie”.
Quanto conta la genetica e quanto lo stile di vita?
"Circa il 30% è genetica. I gemelli monozigoti sono l'esempio perfetto: stesso DNA, stessa età anagrafica, ma se vivono in ambienti diversi, dopo settant'anni uno può sembrare figlio e l'altro padre. Ne parlavo con Maria De Filippi, per mostrarlo nel suo programma: gemelli che si rincontrano dopo settant'anni, uno sembra figlio e l'altro padre, ma hanno lo stesso DNA. È l'epigenetica che fa la differenza”.
Cosa possiamo fare per invecchiare meglio?
"La dieta mediterranea ha un forte impatto positivo e aumenta i livelli di Klotho. È ricca di olio d'oliva, polifenoli, pesce, legumi. Anche il digiuno intermittente è efficace: attiva processi di pulizia cellulare come l'autofagia. Una dieta equilibrata, con poche farine bianche e zuccheri, combinata con periodi di restrizione calorica, può rallentare significativamente l'invecchiamento cellulare”.
Oltre a quello che mangiamo, cos'altro influenza la nostra età biologica?
"L'attività fisica regolare è fondamentale: chi la pratica è biologicamente più giovane. Non parlo di atleti iper-allenati, che paradossalmente possono mostrare segni di infiammazione. Poi il ritmo sonno-veglia regolare ha un impatto enorme: dormire male accelera l'invecchiamento. Il controllo dello stress attraverso pratiche come yoga o meditazione può abbassare i livelli di cortisolo, un ormone che a lungo termine danneggia le cellule”.
È vero che anche i rapporti sociali influenzano l'invecchiamento?
"Assolutamente. Brian Johnson, il miliardario che segue un rigoroso protocollo anti-invecchiamento, non sarà mai il primo nella classifica della longevità: è un uomo solo. Se rimani isolato, invecchi prima.
I centenari ci insegnano l'importanza delle relazioni sociali.
Le persone che vivono nelle 'blue zones', dove la longevità è più alta, hanno una vita sociale ricca”.
Glielo chiederanno in tanti: è davvero possibile ringiovanire?
"Possiamo rallentare l'invecchiamento e in alcuni casi invertirlo parzialmente.
L'eliminazione delle cellule senescenti, chiamata senolisi, è uno degli approcci più promettenti.
Queste cellule zombie si accumulano con l'età e creano infiammazione.
Brian Johnson si è persino sottoposto a terapia genica in Perù, facendosi inoculare il gene della follistatina nella speranza di ringiovanire”.
Ma Johnson è un miliardario: cosa può fare una persona comune oggi per migliorare la propria età biologica?
"Iniziare con un esame del Klotho è accessibile e informativo.
Poi correggere lo stile di vita: alimentazione mediterranea, attività fisica regolare, sonno adeguato, gestione dello stress.
Per chi vuole andare oltre, ci sono integratori mirati come l'NMN, che riattiva il NAD+, l'astaxantina che attiva il foxo (uno dei geni della longevità), e combinazioni di glicina e NAC che hanno mostrato effetti positivi sull'età biologica.
Ma sono solo esempi: quello che conta è che oggi abbiamo molte armi per rallentare l’invecchiamento”.
fonte https://www.gazzetta.it/salute 2025