Esistono grassi saturi “buoni”? Quali sono, i benefici e quanti mangiarne

Esistono grassi saturi “buoni”? Quali sono, i benefici e quanti mangiarne

Notoriamente sono dannosi per la salute, anche se - assunti in piccola percentuale - quelli contenuti in alcuni alimenti possono anche essere utili, come spiega il dottor Sacha Sorrentino

Quando si parla di grassi è sempre importante non generalizzare e soprattutto non demonizzarli. 
I grassi infatti possono essere di diversi tipi: quando si parla di grassi "buoni" si intendono solitamente gli acidi grassi insaturi, mentre quando si parla di grassi "cattivi" si fa riferimento ai grassi saturi. 
Questi grassi saturi, però, sono sempre dannosi o in alcuni casi possono anche fare bene? Quanti se ne possono assumere? A queste domande ha risposto il dottor Sacha Sorrentino, biologo nutrizionista.

Come spiega il dottor Sorrentino “i grassi saturi si trovano principalmente in alimenti di origine animale come carni grasse, salumi, latticini interi e alimenti trasformati, ma anche in alcuni grassi vegetali come l’olio di palma e di cocco. 
Il consumo eccessivo di grassi saturi è associato ad un aumento dei livelli di colesterolo LDL. 
Questo tipo di colesterolo se si accumula nelle arterie può formare placche che restringono i vasi sanguigni aumentando il rischio di malattie cardiovascolari. 
Diversi studi hanno mostrato come una dieta ricca i grassi saturi possa aumentare il rischio di aterosclerosi e altre malattie cardiache. 
Questi tipi di alimenti compromettono la capacità dell’organismo di rispondere all’insulina, favorendo lo sviluppo di insulino-resistenza, l’apriporta del diabete di tipo 2. 
I grassi saturi innescano processi infiammatori nel corpo aumentando il rischio di diabete e obesità. 
I grassi saturi, soprattutto se consumati in grandi quantità, possono influenzare anche la produzione di ormoni come il cortisolo. 
Un eccesso di cortisolo può indurre uno stato infiammatorio sistemico aumentando ulteriormente l’infiammazione nel corpo e predisponendo a malattie metaboliche. 
Essere consapevoli non significa solo evitare determinati alimenti ricchi di grassi saturi ma anche imparare a leggere le etichette nutrizionali, capire quali sono le fonti di grassi saturi nella propria dieta e come sostituirle con alternative più salutari”.

I grassi saturi sono quindi notoriamente associati a un maggior rischio di malattie cardiovascolari e di problemi di salute in generale. 
Possono esistere però anche grassi saturi “buoni”, tra virgolette, come spiega il dottor Sorrentino: “Ci sono alcuni grassi saturi che possono essere considerati ‘buoni’. 
I grassi saturi del cocco possono essere utilizzati come fonte di energia immediata dal corpo, quelli del cioccolato fondente, derivanti dal burro di cacao, se consumati con moderazione possono offrire anche antiossidanti e benefici cardiovascolari. 
I grassi saturi nelle carni di animali alimentati con erba tendono ad avere un profilo di acidi grassi migliore rispetto a quelle alimentate con mangimi. 
La chiave sta nella moderazione e nella scelta di alimenti freschi e naturali. 
Sicuramente un’elevata quantità di grassi saturi provenienti da cibi trasformati, come dolci confezionati, snack industriali e cibi fritti, non è salutare”

Il dottor Sorrentino spiega anche qual è il limite di grassi saturi da non superare e da quali alimenti sarebbe meglio assumerli: “Secondo l’OMS il consumo di grassi saturi dovrebbe essere limitato a meno del 10% delle calorie giornaliere totali, e per chi ha un rischio maggiore di malattie cardiovascolari il limite si abbassa al 5-6%. 
I grassi saturi dovrebbero idealmente essere assunti dal cocco, sottoforma di olio di cocco o cocco fresco, da formaggi magri, che, se assunti con moderazione, forniscono anche calcio e proteine, da carni magre provenienti da animali allevati a terra e dal pesce grasso come il salmone, che è ricco di grassi polinsaturi omega 3, con effetti benefici sulla salute cardiovascolare. 
Anche il cioccolato fondente, che contiene grassi saturi derivati dai semi di cacao, è un’ottima scelta, poiché e ricco di antiossidanti che possono supportare la salute riducendo l’infiammazione. 
Il cioccolato fondente stimola anche la produzione di endorfine e serotonina, che sono ormoni che possono migliorare l’umore e avere un effetto positivo sul benessere psicologico. 
Bisogna evitare i grassi provenienti da snack confezionati, carni lavorate e prodotti da forno, come biscotti e croissant”


fonte https://www.gazzetta.it/alimentazione
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