Padelle antiaderenti o in ceramica? Le differenze in laboratorio
Il mensile 60 Millions de Consommateurs ha portato in laboratorio dieci padelle antiaderenti vendute nel 2025, per analizzare la sicurezza del rivestimento e le performance di cottura.
Teflon e Ikea in cima alla classifica, brutte notizie per Beka e Zanetti
Cucinare con le padelle antiaderenti? La tentazione è sempre dietro l’angolo perché sono comode e veloci (soprattutto da pulire).
Ma da anni sappiamo che il rivestimento antiaderente in Ptfe, il famoso Teflon, è molto dannoso per noi e per l’ambiente perché contiene Pfoa, una sostanza chimica appartenente alla famiglia dei Pfas, i cosiddetti inquinanti eterni che troviamo ovunque, perfino ai poli e nei fondali degli oceani.
Ormai non si contano più gli studi scientifici che hanno confermato la pericolosità di queste sostanze per gli organismi viventi: aumento del rischio di cancro al seno, riduzione della risposta immunitaria alla vaccinazione, problemi epatici, diminuzione della fertilità.
Tanto che nel 2020 le autorità internazionali hanno vietato la produzione e l’uso del Pfoa.
Tuttavia la storia non è certo finita poiché l’industria per sostituire il Pfoa ha iniziato ad usare altri Pfas, con altri nomi, per evitare ogni associazione negativa con la sostanza vietata. A prendere il posto del Pfoa ci sono Adona, F-53B, Gen-X: nuove sostanze che potrebbero costituire anch’esse un rischio per la nostra salute.
Anche perché le padelle in Ptfe usate non sono soggette a un trattamento specifico e lo strato antiaderente finisce tra i rifiuti durante il processo di riciclaggio.
Ed è proprio tramite l’inquinamento ambientale che queste sostanze provocano i danni maggiori.
Allora perché i Pfas sono ancora autorizzati negli utensili da cucina? Ricordiamo che nel 2020 l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha stabilito una nuova soglia di sicurezza per l’assunzione settimanale tollerabile di Pfas negli alimenti, fissata a 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo a settimana, considerando gli effetti sul sistema immunitario come i più critici.
Inoltre, il Regolamento (UE) 2022/2388 ha stabilito limiti specifici per la migrazione di Pfas da materiali a contatto con gli alimenti, inclusi utensili da cucina come le padelle.
Dall’altro lato molti consumatori hanno iniziato a non comprare più le classiche padelle antiaderenti, sostituendole con quelle con il rivestimento in ceramica, composto principalmente da silice o da carbonio-silice, che dovrebbe offrire le stesse proprietà antiaderenti.
Ma è davvero così? Le padelle in ceramica sono realmente più sicure per la nostra salute?
I risultati dell’ultimo test sulle padelle
Il mensile francese 60 Millions de Consommateurs ha provato a rispondere a questa domanda portando in laboratorio dieci padelle vendute nel 2025, alcune antiaderenti in Ptfe e alcune in ceramica.
La prima cosa verificata è stata l’assenza di Pfoa, vietato da cinque anni.
Ma il laboratorio ha cercato anche altre sostanze preoccupanti regolamentate dall’UE, come Pfos, Pfna e PFHxS. Nello specifico il Pfos (acido perfluoroottansolfonico) e il PFHxS (acido perfluoroesansolfonico) sono stati inclusi nella Convenzione di Stoccolma, mirata all’eliminazione del loro utilizzo, e sono soggetti a restrizioni nell’Ue da oltre un decennio secondo il Regolamento sugli inquinanti organici persistenti (POPs).
Il Pfna (acido perfluorononanoico) è soggetto a monitoraggio e valutazione continua.
Oltre alla loro presenza, attraverso la simulazione di condizioni d’uso estreme, si è accertata l’eventuale migrazione di residui negli alimenti durante la cottura.
Iniziamo con le buone notizie: nessuna padella ha superato i limiti normativi.
Tuttavia, è stata rilevata una traccia di 6:2 FTS, una sostanza potenzialmente dannosa per gli organi, nei prodotti Cristel, Le Creuset, Zuofeng, Aubecq e Greenpan, che hanno ricevuto una penalità che ha portato il giudizio finale a “buono”.
Gli unici due prodotti che hanno ricevuto il giudizio “molto buono” sono stati il modello “Excellence” di Teflon e “Hemkomst” di Ikea.
Nello specifico la padella Teflon ha ottenuto il voto più alto (17,5 su 20), con giudizi massimi in quasi tutte le voci, dalle performance di cottura alla praticità, dalla migrazione di composti indesiderati nei cibi alla presenza di Pfas; la padella Ikea ha ottenuto il punteggio 17, con una penalità alla sottovoce “distribuzione del calore”.
A sorpresa, infatti, è emersa una differenza di quasi 50°C tra il punto più caldo e il più freddo.
Tuttavia, il problema si attenua prolungando la cottura.
Tra le due padelle migliori del test c’è comunque una differenza di prezzo perché la prima costa circa 50 euro mentre la seconda si ferma a 20.
Pfas anche nelle padelle etichettate “senza Pfas”
Ma veniamo alle note dolenti. Preoccupante il caso della padella Beka, in ceramica antiaderente, che ha mostrato livelli elevati di 6:2 FTOH. Pur rimanendo entro i limiti legali, questo le ha portato un giudizio “molto insufficiente” (infatti la padella Beka, modello “Mandala” arriva ultima in classifica con un punteggio di 5,8 su 20).
Già nel 2020, tre produttori di 6:2 FTOH avevano annunciato l’intenzione di eliminare volontariamente l’uso di questa sostanza negli imballaggi alimentari entro il 2023, a causa di preoccupazioni sulla sua possibile persistenza nell’organismo umano attraverso l’esposizione alimentare.
La padella Beka contiene anche PFHxA, PFBA e PFPeA, sostanze regolamentate nell’UE dal 2026.
Lo stesso vale per la Zuofeng a rivestimento granitico, la Zanetti Pietra Rara e la Espace Cuisine Professionnel, su cui sono state rilevate tracce di Pfoa nonostante le dichiarazioni contrarie dei produttori.
Antiaderenza e rilascio di metalli
Rispetto alla migrazione di sostanze dannose, come i metalli che si trovano sotto il rivestimento, si conferma il pericolo di usare una padella graffiata o ossidata. I
l test, infatti, ha mostrato che le padelle nuove non rilasciano metalli; per questo tutti i modelli analizzati hanno ottenuto la valutazione “ottimo” su questo punto.
Tuttavia, con l’uso prolungato, alcune padelle hanno mostrato segni di ossidazione, come la Beka e la Espace Cuisine Professionnel.
Per testare l’antiaderenza si è proceduto alla cottura delle crêpes. Tutte le padelle hanno mostrato eccellenti proprietà antiaderenti da nuove, tranne la Zanetti e la Beka.
Dopo 2500 cicli di abrasione, la padella Ikea ha mantenuto prestazioni quasi inalterate, seguita da Tefal.
Le altre hanno perso antiaderenza progressivamente, mentre Aubecq e Espace Cuisine Professionnel hanno ottenuto il giudizio “molto insufficiente”.
Alcuni consigli per prolungare la vita delle padelle, validi sia per quelle in Ptfe sia per quelle in ceramica:
- non surriscaldare la padella a vuoto;
- evitare di usare utensili metallici;
- non raffreddare la padella sotto l’acqua fredda subito dopo l’uso;
- non usare spugne abrasive;
- se il cibo si attacca, lasciare in ammollo con acqua e sapone per una notte.
fonte https://ilsalvagente.it/2025