Una causa dell’aumento dei tumori al colon e alla vescica può essere l’Escherichia coli produttore di colibactina

Una causa dell’aumento dei tumori al colon e alla vescica può essere l’Escherichia coli produttore di colibactina

L’aumento di alcuni tipi di tumore è legato alla maggiore circolazione di particolari ceppi Escherichia coli che producono colibactina, una sostanza che causa danni al DNA, già identificata come fattore di rischio per il cancro al colon-retto: lo afferma un team del Wellcome Sanger Institute di Cambridge in uno studio su appena pubblicato su Lancet Microbe.

L’aumento dei casi di alcuni tipi di tumore nei paesi industrializzati è legato alla maggiore circolazione di particolari ceppi batterici di Escherichia coli che producono colibactina, una sostanza che causa danni al DNA, precedentemente identificata come fattore di rischio per il cancro al colon-retto. 
Prove dirette che la colibactina potesse danneggiare il DNA delle cellule umane erano già emerse in diversi studi, che hanno inoltre suggerito un suo ruolo nello sviluppo di tumori del tratto urinario, quale sito comune di infezioni da E. coli.

Ciò che non era però noto è che questi ceppi di E.coli produttori di colibactina – principalmente solo due – sono più comuni in Europa e negli Stati Uniti, mentre in Paesi con risorse limitate, come Bangladesh e Pakistan – dove l’incidenza di tumori all’intestino, alla vescica e alla prostata è più bassa – questi stessi due ceppi sono molto più rari. 
A rilevare questa relazione tra la frequenza di questi tipi di tumore e livelli di circolazione di questi due ceppi di E. coli è un team di ricerca guidato dal Wellcome Sanger Institute di Cambridge che, in collaborazione con l’Università di Helsinki, Università di Oslo, dell'Università del Punjab aveva già osservato “differenze notevoli e inaspettate” nella diffusione di E. coli tra il Punjab, in Pakistan, l’Europa e gli Stati Uniti.

Cosa dice lo studio che collega l’aumento di alcuni tumori ai ceppi di E. coli produttori di colibactina
In un nuovo studio, appena pubblicato su Lancet Microbe, il team suggerisce che l’aumento dei casi di alcuni tumori nei Paesi industrializzati potrebbe essere collegata, almeno in parte, alla maggiore circolazione di due particolari ceppi di Escherichia coli produttori di colibactina: questi ceppi batterici possiedono la cosiddetta “isola di patogenicità pks” che codifica per un set di enzimi deputati alla sintesi colibactina, una sostanza che, come detto, è stata già identificata come fattore di rischio per il cancro del colon-retto e che si ritiene abbia un ruolo anche nello sviluppo di tumori del tratto urinario, come il cancro alla vescica e alla prostata.

Questi due ceppi di E. coli “causano alti tassi di infezioni del tratto urinario e infezioni del flusso sanguigno nei Paesi industrializzati dove”, spiegano gli studiosi, gli stessi due ceppi “sono più diffusi e lo è anche l’incidenza di tumori all’intestino, alla vescica e alla prostata è più alta”. 
Al contrario, in Paesi come il Bangladesh e il Pakistan, questi due ceppi sono molto più rari e, come loro, anche l’incidenza di questi stessi tumori.

La correlazione ha portato i ricercatori a ipotizzare che “la variazione geografica nell’incidenza del cancro sia influenzata da diversi livelli di esposizione della popolazione a questi due ceppi di E. coli”.

“Abbiamo utilizzato la genomica su larga scala per tracciare i ceppi di E. coli in più paesi negli ultimi 5 anni, utilizzando dati che risalgono ai primi anni del 2000” ha precisato l’autore senior dello studio, il professor Jukka Corander del Wellcome Sanger Institute – . 
Ciò ci ha permesso di iniziare a vedere le possibili connessioni tra due ceppi di E. coli e i tassi di incidenza del cancro. 
La scienza non è un'impresa a sé stante e lavorando insieme a esperti di cancro e microbioma, speriamo che in futuro questo lavoro possa portare a nuovi modi per sradicare i ceppi di E. coli produttori di colibactina”.

“Vaccini o altri interventi che prendono di mira questi ceppi di E. coli potrebbero offrire enormi benefici per la salute pubblica, come la riduzione del carico di infezioni e la diminuzione della necessità di antibiotici per trattarle, nonché la riduzione del rischio di tumori che potrebbero essere collegati agli effetti dell’esposizione alla colibactina” ha concluso Corander.


fonte   https://www.fanpage.it/      2024
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