Obesità osteosarcopenica da indagare con cura
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La sindrome da adiposità osteosarcopenica (OSA) è una condizione complessa e relativamente nuova che combina tre fattori di rischio: osteoporosi (perdita di densità ossea), sarcopenia (riduzione della massa e della forza muscolare) e adiposità, che può presentarsi come eccesso di grasso corporeo o infiltrazione di tessuto adiposo nei muscoli e nelle ossa. Questa sindrome è stata oggetto di studi in tutto il mondo, soprattutto in Asia orientale, mentre in Europa e Nord America ha ricevuto meno attenzione. Tuttavia, le sue implicazioni per la salute pubblica sono significative e la necessità di comprenderla meglio sta crescendo, specialmente in popolazioni più diversificate.
Lo studio
Uno studio recente ha esaminato la prevalenza dell’OSA in una vasta popolazione caucasica, composta da adulti apparentemente sani in Italia, per valutare quanto questa condizione sia diffusa e come si confronti con altre popolazioni ed etnie. L’analisi ha coinvolto 9719 partecipanti, tra cui 6412 donne e 3307 uomini, di età compresa tra 18 e 90 anni. I partecipanti sono stati reclutati attraverso studi medici generali e stratificati in quattro gruppi di età per esaminare come l’OSA vari in base all’età.
Come viene diagnosticata l’OSA?
La diagnosi di OSA è stata effettuata attraverso misurazioni della composizione corporea utilizzando l’impedenza bioelettrica, uno strumento avanzato che consente di valutare la massa ossea, muscolare e i tessuti adiposi in modo accurato. Grazie a questa tecnologia, è stato possibile determinare la presenza simultanea di osteoporosi, sarcopenia e adiposità nei partecipanti.
Prevalenza dell’OSA: un rischio crescente con l’età
I risultati dello studio hanno rivelato che la prevalenza complessiva di OSA era del 21,9% nelle donne e del 14,0% negli uomini. Ciò che è emerso chiaramente è che la prevalenza della sindrome aumenta significativamente con l’avanzare dell’età, sia negli uomini che nelle donne. In particolare, nelle donne sopra i 40 anni, la presenza di OSA è risultata molto più alta rispetto agli uomini della stessa fascia di età. Al di sotto dei 40 anni, non c’erano differenze rilevanti tra uomini e donne in termini di prevalenza di OSA.
Un altro dato interessante è che i partecipanti con OSA presentavano un indice di massa corporea (BMI) significativamente più basso rispetto a quelli senza la sindrome. Questo risultato sottolinea che l’OSA non è strettamente legata al sovrappeso o all’obesità, ma rappresenta una condizione separata che può svilupparsi anche in individui con un BMI normale.
Differenze etniche nella prevalenza dell’OSA
Lo studio ha anche confrontato la prevalenza di OSA nella popolazione italiana con quella osservata in studi condotti in altre regioni del mondo. È emerso che la prevalenza di OSA nelle popolazioni asiatiche è generalmente più bassa rispetto a quella riscontrata nel campione di questo studio. Questo suggerisce che l’etnia possa giocare un ruolo importante nello sviluppo della sindrome, influenzando fattori come la composizione corporea e la distribuzione del grasso.
Significato clinico
I risultati di questo studio evidenziano come l’OSA sia una condizione comune, soprattutto tra le donne sopra i 40 anni. Poiché la sindrome combina tre fattori di rischio che possono contribuire a esiti clinici gravi, come fratture, disabilità, fragilità e malattie croniche, è fondamentale identificarla precocemente. L’OSA rappresenta una minaccia silente che può passare inosservata nelle prime fasi, ma il riconoscimento tempestivo permette di mettere in atto strategie preventive, come il miglioramento dell’alimentazione, dell’attività fisica e della gestione del peso.
Bigliografia : Selma Cvijeti?, Irena Keser, Dario Boschiero, Jasminka Z Ilich
Fonti : J Pers Med. 2024 Jul 23;14(8):782. doi: 10.3390/jpm14080782.