Esposizione Prenatale alla Cannabis e Rischio Aumentato di ADHD: Una Rassegna delle Evidenze Scientifiche

Esposizione Prenatale alla Cannabis e Rischio Aumentato di ADHD: Una Rassegna delle Evidenze Scientifiche

BY: medicinacomunicare.it

Introduzione
L’uso di cannabis durante la gravidanza è un argomento di crescente interesse nella comunità scientifica, soprattutto alla luce dei cambiamenti normativi in molti paesi che hanno legalizzato o depenalizzato l’uso della cannabis. La possibilità che l’esposizione prenatale alla cannabis possa influenzare lo sviluppo neurologico del feto e aumentare il rischio di disturbi neuropsichiatrici, come il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD), ha sollevato preoccupazioni significative. Un recente studio ha rivelato un lieve aumento del rischio di ADHD nei bambini esposti alla cannabis durante la vita fetale, suggerendo un potenziale legame tra l’uso materno di cannabis e lo sviluppo di questo disturbo. Questo articolo esplora le evidenze scientifiche disponibili sull’argomento, analizzando i meccanismi biologici coinvolti, le implicazioni cliniche e le considerazioni per la salute pubblica.

ADHD: Una Panoramica
Definizione e Sintomatologia
Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) è uno dei disturbi neuropsichiatrici più comuni dell’infanzia, caratterizzato da sintomi di disattenzione, iperattività e impulsività. Questi sintomi possono interferire significativamente con il funzionamento scolastico, sociale e familiare del bambino.


Disattenzione: Include difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti, errori di distrazione, difficoltà a organizzare attività e a seguire istruzioni.
Iperattività: Include comportamento irrequieto, difficoltà a stare seduti, parlare eccessivamente, e una costante necessità di muoversi.
Impulsività: Include azioni affrettate senza considerare le conseguenze, interruzioni nelle conversazioni e difficoltà ad aspettare il proprio turno.
Epidemiologia
L’ADHD colpisce circa il 5-7% dei bambini a livello globale, con una prevalenza che varia a seconda dei criteri diagnostici utilizzati. Il disturbo è più comune nei maschi rispetto alle femmine, con un rapporto di circa 2:1.

Prevalenza: In Nord America e in Europa, la prevalenza dell’ADHD è stimata intorno al 6-7% nei bambini in età scolare. In altre regioni del mondo, la prevalenza può essere leggermente inferiore, ma il disturbo è comunque riconosciuto a livello globale.
Evoluzione: Sebbene i sintomi dell’ADHD possano migliorare con l’età, molti individui continuano a sperimentare difficoltà significative nell’età adulta, con impatti sulla carriera lavorativa e sulle relazioni interpersonali.
Eziologia e Fattori di Rischio
L’ADHD è considerato un disturbo multifattoriale, con una forte componente genetica, ma influenzato anche da fattori ambientali.


Genetica: Studi di associazione genetica hanno identificato varianti in geni coinvolti nella neurotrasmissione dopaminergica e noradrenergica, che sembrano aumentare il rischio di ADHD.
Fattori Ambientali: L’esposizione prenatale a tossine, alcol, tabacco e, come suggerito da recenti studi, cannabis, può aumentare il rischio di sviluppare ADHD. Altri fattori includono la prematurità, il basso peso alla nascita e complicazioni durante il parto.
Cannabis e Sviluppo Fetale
Composizione della Cannabis e Meccanismi d’Azione
La cannabis contiene oltre 100 cannabinoidi, con il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD) che sono i più studiati. Il THC è la principale sostanza psicoattiva della cannabis e agisce legandosi ai recettori cannabinoidi nel cervello, in particolare ai recettori CB1 e CB2, che sono coinvolti nella regolazione del tono neurotrasmettitoriale, dello sviluppo neuronale e della sinaptogenesi.

Recettori CB1: Questi recettori sono particolarmente abbondanti nel cervello e svolgono un ruolo cruciale nel controllo del movimento, della memoria, delle emozioni e dello sviluppo cerebrale. L’attivazione dei recettori CB1 da parte del THC durante lo sviluppo fetale può alterare il normale sviluppo neuronale.
Recettori CB2: Questi recettori sono più presenti nel sistema immunitario e in tessuti periferici, ma sono anche espressi nel sistema nervoso centrale. Il loro ruolo nello sviluppo cerebrale è meno chiaro, ma potrebbero essere coinvolti nella modulazione delle risposte infiammatorie e dello sviluppo immunitario.
Esposizione Prenatale alla Cannabis
L’esposizione prenatale alla cannabis si verifica quando una donna incinta consuma cannabis sotto forma di fumo, edibili o altri prodotti. Il THC e altri cannabinoidi possono attraversare la barriera placentare e influenzare direttamente il feto in via di sviluppo.


Effetti sul Feto: Gli studi sugli animali hanno dimostrato che l’esposizione prenatale al THC può alterare lo sviluppo del sistema endocannabinoide del feto, con effetti potenzialmente permanenti sulla struttura e sulla funzione del cervello. Questi effetti possono includere alterazioni nella neurogenesi, nella migrazione neuronale e nella sinaptogenesi.
Studi sull’Uomo: Negli esseri umani, l’esposizione prenatale alla cannabis è stata associata a un aumento del rischio di basso peso alla nascita, parto pretermine e alterazioni nello sviluppo neurocomportamentale. Tuttavia, gli studi sugli effetti a lungo termine, come il rischio di sviluppare ADHD, sono ancora in fase di sviluppo.
Rischio di ADHD da Esposizione Prenatale alla Cannabis
Evidenze Epidemiologiche
Un crescente numero di studi epidemiologici ha esaminato la possibile associazione tra l’esposizione prenatale alla cannabis e il rischio di sviluppare ADHD nei bambini.

Studio del 2021: Un importante studio pubblicato nel 2021 ha esaminato un ampio campione di bambini esposti alla cannabis in utero e ha rilevato un lieve ma significativo aumento del rischio di diagnosi di ADHD rispetto ai bambini non esposti. Questo aumento del rischio è stato osservato anche dopo aver controllato per altri fattori di rischio, come l’uso di alcol e tabacco durante la gravidanza.
Meta-Analisi: Una meta-analisi di studi precedenti ha confermato un’associazione tra l’esposizione prenatale alla cannabis e un aumento del rischio di ADHD, sebbene l’entità dell’effetto vari a seconda dello studio e della popolazione esaminata.
Meccanismi Biologici Potenziali
L’associazione tra l’esposizione prenatale alla cannabis e il rischio di ADHD può essere mediata da diversi meccanismi biologici, tra cui l’interferenza con il sistema endocannabinoide, l’alterazione della neurotrasmissione dopaminergica e gli effetti epigenetici.


Interferenza con il Sistema Endocannabinoide: Come accennato, il THC può alterare il normale funzionamento del sistema endocannabinoide, che è fondamentale per lo sviluppo cerebrale. Questa alterazione può portare a difetti nella connettività neuronale e nei circuiti cerebrali coinvolti nell’attenzione e nell’impulsività.
Alterazione della Neurotrasmissione Dopaminergica: Il sistema dopaminergico è strettamente legato alla regolazione dell’attenzione e del comportamento. Il THC può influenzare il rilascio e la trasmissione della dopamina, contribuendo ai sintomi di disattenzione e iperattività caratteristici dell’ADHD.
Effetti Epigenetici: Studi recenti hanno suggerito che l’esposizione prenatale alla cannabis può indurre modifiche epigenetiche, che alterano l’espressione genica senza modificare la sequenza del DNA. Questi cambiamenti possono avere effetti a lungo termine sullo sviluppo neurologico e sul comportamento.
Implicazioni Cliniche e Salute Pubblica
Consapevolezza e Educazione
Alla luce delle evidenze emergenti, è essenziale aumentare la consapevolezza tra le donne in gravidanza e gli operatori sanitari riguardo ai potenziali rischi associati all’uso di cannabis durante la gravidanza.


Consulenza Prenatale: I professionisti della salute dovrebbero integrare discussioni sull’uso della cannabis nelle consulenze prenatali, enfatizzando i potenziali rischi per lo sviluppo del feto, incluso l’aumento del rischio di ADHD.
Campagne di Sensibilizzazione: Le campagne di sensibilizzazione pubblica potrebbero essere utili per educare il pubblico sui rischi dell’uso di cannabis durante la gravidanza, simili a quelle esistenti per l’uso di alcol e tabacco.
Monitoraggio e Diagnosi Precoce
Per i bambini esposti alla cannabis in utero

, potrebbe essere utile un monitoraggio più attento dello sviluppo neurocomportamentale e un accesso tempestivo a servizi di intervento precoce.

Screening per l’ADHD: I bambini esposti alla cannabis durante la gravidanza dovrebbero essere sottoposti a screening regolari per l’ADHD e altri disturbi del neuro sviluppo, per garantire una diagnosi precoce e un  trattamento tempestivo.
Intervento Precoce: L’intervento precoce è cruciale per migliorare i risultati nei bambini con ADHD. Programmi di intervento comportamentale e terapie educative possono ridurre significativamente l’impatto del disturbo sul funzionamento quotidiano del bambino.
Ricerca e Prospettive Future
La ricerca futura dovrebbe concentrarsi sull’approfondimento della comprensione dei meccanismi attraverso i quali l’esposizione prenatale alla cannabis influenza lo sviluppo del cervello e aumenta il rischio di ADHD.


Studi Longitudinali: Studi longitudinali che seguono i bambini esposti alla cannabis durante la gravidanza attraverso l’infanzia e l’adolescenza potrebbero fornire dati più definitivi sull’associazione con l’ADHD e altri disturbi neuropsichiatrici.
Ricerca Epigenetica: La ricerca sugli effetti epigenetici dell’esposizione prenatale alla cannabis potrebbe offrire nuove prospettive su come queste modifiche influenzano il rischio di ADHD e suggerire potenziali interventi per mitigare questi effetti.
Conclusioni
L’esposizione prenatale alla cannabis è un fattore di rischio emergente per lo sviluppo del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) nei bambini. Sebbene l’aumento del rischio possa essere relativamente modesto, le implicazioni per la salute pubblica sono significative, dato l’uso diffuso della cannabis in molte regioni del mondo. L’evidenza suggerisce che il THC può interferire con lo sviluppo cerebrale durante la vita fetale, portando a alterazioni neurocomportamentali che si manifestano come ADHD. È essenziale che i professionisti della salute e i responsabili delle politiche pubbliche aumentino la consapevolezza dei potenziali rischi e implementino strategie per proteggere il benessere dei bambini esposti alla cannabis in utero. Con ulteriori ricerche e un’educazione adeguata, è possibile mitigare i rischi associati e migliorare i risultati di salute per le future generazioni.

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