Un’alimentazione bio è davvero più sana?

Un’alimentazione bio è davvero più sana?

Un’alimentazione bio è davvero più sana?

Una sempre maggiore attenzione alla propria salute e alla tutela dell’ambiente da parte dei consumatori ha portato a un’ampia diffusione di prodotti biologici negli ultimi 20 anni. 
Di conseguenza, le coltivazioni biologiche in Italia sono raddoppiate rispetto a due decenni fa. 
Pensiamo per esempio che nel 2020 la Sicilia rappresentava da sola il 18% dei terreni agricoli dedicati al biologico in Italia.

Ma un’alimentazione biologica presenta dei reali benefici per la salute? Il biologico garantisce prodotti privi di pesticidi?

Ecco il nostro approfondimento sul tema, redatto in collaborazione con il nutrizionista Anthony Berthou.

Cos’è l’agricoltura biologica?
L’agricoltura biologica è esente da trattamenti chimici di sintesi
L’agricoltura biologica vieta l’utilizzo di prodotti chimici come i pesticidi e i fertilizzanti sintetici. 
Si tratta infatti di sostanze artificiali create in laboratorio e prodotte a livello industriale, in particolare negli stabilimenti petrolchimici.

In agricoltura biologica, si fa esclusivamente ricorso a fattori di produzione provenienti da “sostanze naturali o sostanze derivanti da sostanze naturali”2. 
L’agricoltura biologica autorizza quindi soltanto 363 sostanze, contro le 2668 dell’agricoltura convenzionale.

Inoltre, in agricoltura biologica sono vietate le sostanze di origine sintetica considerate problematiche per la salute dell’uomo e dell’ambiente. 
Un esempio è il fungicida SDHI, usato spesso per le colture di frutta e cereali, che inibisce la proliferazione di funghi bloccando la respirazione delle cellule. 
Secondo vari studi, sarebbe in grado di ostacolare la respirazione cellulare di qualunque essere vivente (piante, animali, esseri umani), causando anomalie epigenetiche che potrebbero favorire l’insorgenza di tumori. 
Per questo motivo, nel gennaio 2020, 450 ricercatori hanno richiesto di sospendere l’utilizzo dell’SDHI all’aperto.

Questo fungicida è tra l’altro contestato per il suo impatto sulla biodiversità: alcuni studi ne dimostrano la tossicità su roditori, pesci, anfibi e, non ultime, le api. Una volta irrorati sulle coltivazioni, possono persistere vari mesi nel suolo ed entrare in contatto con vermi e insetti.

Un’alimentazione bio è davvero più sana?
 
Una sempre maggiore attenzione alla propria salute e alla tutela dell’ambiente da parte dei consumatori ha portato a un’ampia diffusione di prodotti biologici negli ultimi 20 anni. 
Di conseguenza, le coltivazioni biologiche in Italia sono raddoppiate rispetto a due decenni fa. Pensiamo per esempio che nel 2020 la Sicilia rappresentava da sola il 18% dei terreni agricoli dedicati al biologico in Italia1.

Ma un’alimentazione biologica presenta dei reali benefici per la salute? Il biologico garantisce prodotti privi di pesticidi?

Ecco il nostro approfondimento sul tema, redatto in collaborazione con il nutrizionista Anthony Berthou.

Alcune sostanze naturali sono tuttavia controverse
Alcune sostanze naturali o di origine naturale utilizzate in agricoltura biologica possono rivelarsi comunque problematiche per la salute e/o l’ambiente. 
L’Europa ha quindi stilato una lista di 77 sostanze autorizzate nel biologico e “candidate alla sostituzione”. 
Ciò significa che questi composti sono particolarmente preoccupanti per la salute dell’uomo o per l’ambiente, ma restano autorizzati in attesa di trovare alternative considerate valide dalle autorità.

Un esempio emblematico sono i pesticidi a base di rame, dannosi per la salute e per l’ambiente. 
Pensiamo in particolare alla poltiglia bordolese, un mix di solfato di rame e idrossido di calcio. 
Per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, l’INRAE (Istituto Nazionale francese per la Ricerca Agricola) indica che “alte concentrazioni di rame hanno effetti fitotossici riconosciuti sulla salute e lo sviluppo della maggior parte delle piante”. Ma questo minerale ha anche un impatto sulla salute umana, in quanto presenta un elevato effetto pro-ossidante in grado di danneggiare le componenti delle nostre cellule10 (vedi l’articolo sugli antiossidanti).

L’agricoltura biologica consente quindi di ridurre drasticamente l’esposizione dell’uomo e dell’ambiente ai prodotti chimici di sintesi. 
Oggi, una delle principali sfide dell’agricoltura biologica consiste infatti nel cercare soluzioni alternative ai pesticidi naturali più problematici.

L’agricoltura biologica limita anche l’uso di additivi
L’agricoltura biologica restringe l’utilizzo di additivi. 
Nel biologico infatti, solo 55 additivi sono autorizzati rispetto ai 300 dell’agricoltura convenzionall. 
Numerosi additivi molto controversi come la tartrazina (E102), il BHA (E320), i difosfati (E450) e l’aspartame (E951) sono vietati nei prodotti biologici.

Cosa prevede il logo biologico dell’Unione Europea
Introdotto nel 2010, l’Eurofoglia è l’unico label ufficiale promosso dall’Unione Europea. Si basa su un principio fondamentale: l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi è vietato nelle coltivazioni biologiche. Si basa sui presupposti seguenti:
Eurofoglia (Bio europeo)

Gli OGM sono vietati, però è prevista una soglia di tolleranza in caso di presenza fortuita (fino allo 0,9%).
L’alimentazione del bestiame è certificata bio per il 95%.
I prodotti trasformati devono contenere almeno il 95% di ingredienti provenienti da agricoltura biologica.
Negli allevamenti, i trattamenti ormonali sono vietati e il ricorso ad antibiotici limitato
Possono coesistere produzioni biologiche e non, a patto che si mantenga una distanza di 10 metri tra le due differenti coltivazioni.
Si autorizza l’uso di serre riscaldate.
Un altro logo molto conosciuto nel campo dell’agricoltura biologica è il logo Demeter, che presenta specifiche ancora più esigenti.
Demeter

Si applica tolleranza zero per gli OGM
L’alimentazione del bestiame è certificata bio al 100%.
I prodotti trasformati contengono il 100% di ingredienti bio.  
Alcuni additivi autorizzati nel biologici sono vietati nei prodotti Demeter, come il nitrito di sodio per i prodotti a base di carne o gli aromi “naturali”. 
Il rispetto del benessere animale è la priorità.
Le coltivazioni biologiche devono esserlo al 100% (produzioni bio e non bio non possono coesistere).
L’uso di serre riscaldate è limitato
I vari label si basano su criteri riguardanti i mezzi, e non i risultati. Non sono quindi in grado di garantire la totale assenza di pesticidi o agenti chimici nei prodotto. Garantiscono però che i produttori ne limitino l’uso secondo le condizioni stabilite.

E cosa dire della dicitura “residuo zero”?
Negli ultimi anni, è stata introdotta una dicitura che si posiziona tra agricoltura biologica e convenzionale.

A differenza dei label bio, il label «residuo zero» si basa sul risultato finale, ovvero l’assenza di pesticidi nel prodotto finito, e non sull’uso o meno di prodotti chimici durante l’intero ciclo produttivo. L’uso di pesticidi è autorizzato, ma si evitano i «trattamenti tardivi» o si privilegiano molecole a dissolvimento rapido.

In conclusione, questa dicitura può rappresentare una buona alternativa al bio, considerato ancora piuttosto caro. 
Per la tutela dell’ambiente invece, non presenta un interesse particolare in quanto autorizza comunque l’uso di pesticidi di sintesi.

Un’alimentazione bio riduce l’esposizione ai pesticidi
I prodotti di origine biologica in genere non sono mai completamente privi di pesticidi, ma vari studi concordano sul fatto che ne contengono una quantità nettamente inferiore. 
Secondo una vasta meta-analisi pubblicata nel 2014 dal British Journal Of Nutrition12, i prodotti biologici conterrebbero in media il 75% di pesticidi in meno rispetto agli alimenti provenienti da un’agricoltura convenzionale.

I pesticidi sono sostanze considerate responsabili di numerose patologie. Infatti, la maggior parte degli studi scientifici mostra un aumento del rischio di cancro nei soggetti più esposti a pesticidi. 
I tumori più frequenti sono i linfomi non Hodgkin, le leucemie, i tumori cerebrali e ormono-dipendenti, i tumori al polmone e i melanomi. 

Numerosi studi evidenziano inoltre una correlazione tra l’esposizione ad alcuni pesticidi e il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. 
Il rischio aumenterebbe infatti del 62% se l’esposizione risulta molto elevata. 
I pesticidi sono coinvolti nell’aumento dell’insorgenza del morbo di Alzheimer20,21 e della malattia di Charcot22-24, ma anche dei disturbi cognitivi e ansiosi depressivi25,26.

L’esposizione ai pesticidi durante la gravidanza potrebbe inoltre avere conseguenze importanti sullo sviluppo del feto, aumentando il rischio di nascita prematura, autismo, malformazioni cardiache e complicazioni metaboliche in età adulta27-29. 
Infine, una maggiore esposizione ad alcuni pesticidi sembrerebbe favorire i disturbi della fertilità, sia maschile che femminile30.

Un’alimentazione bio riduce la contaminazione da metalli pesanti
Diversi studi scientifici mostrano che i prodotti biologici sono meno contaminati non solo da pesticidi, ma anche da alcuni metalli pesanti. 
Per esempio, il livello di contaminazione da cadmio è di quasi due volte inferiore nel bio che nei prodotti derivanti dall’agricoltura convenzionale. La contaminazione da cadmio è principalmente legata all’utilizzo di fertilizzanti fosfatici, vietati nelle coltivazioni biologiche.

Il cadmio è una sostanza considerata cangerogena per l’uomo (gruppo 1) dallo IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. È responsabile di tumori che colpiscono le vie respiratorie, in particolare i polmoni. Si presume inoltre che sia una sostanza mutagena e tossica per la riproduzione.

I benefici nutrizionali dell’alimentazione bio
Frutta e verdura biologiche sono più ricche di antiossidanti
La frutta e la verdura provenienti dall’agricoltura biologica hanno un tenore di antiossidanti più elevato (dal 20 al 70% a seconda del tipo di antiossidante) rispetto ai prodotti provenienti dall’agricoltura convenzionale12. 
Frutta e verdura non trattate, infatti, devono difendersi naturalmente contro le aggressioni esterne (siccità, parassiti, ecc.). Per far fronte a queste situazioni, producono un maggior numero di molecole di difesa, soprattutto polifenoli, dei composti appartenenti alla famiglia degli antiossidanti. 

Passare a un’alimentazione esclusivamente biologica significherebbe quindi aumentare dal 20 al 40% il tenore di antiossidanti contenuti nella nostra dieta, fino ad arrivare al 60% per alcune di queste sostanze.

Gli antiossidanti, molecole essenziali per la nostra salute, proteggono le cellule del nostro organismo e hanno un ruolo chiave nella prevenzione dei tumori, delle malattie degenerative (sclerosi multipla, morbo di Alzheimer, ecc.) e dei disturbi cardiovascolari (vedi il nostro articolo sugli antiossidanti).

I vegetali biologici contengono più vitamine e minerali
Alcuni studi dimostrano inoltre che il contenuto di alcune vitamine e minerali è più elevato nei vegetali biologici. Si tratterebbe dalla vitamina C (da +6 a +27%), ma anche del ferro (+21%) e del magnesio (+29,3%)34,35. Altri studi osservano invece differenze limitate o addirittura assenti36,37.

I prodotti animali biologici apportano più omega-3
Secondo vari studi, il tenore di omega-3 di carne e latte di origine biologica è maggiore e quello di omega-6 inferiore. Gli omega-3 sono acidi grassi dagli straordinari benefici il cui apporto è insufficiente nella nostra dieta attuale: ne consumiamo solo il 30% circa dell’apporto raccomandato. Al contrario, gli omega-6 risultano eccessivamente presenti nella nostra dieta (vedi il nostro articolo sui grassi).

L’apporto di omega-3 sarebbe, in media, del 22% superiore nella carne di origine biologica38. Negli allevamenti biologici infatti, il bestiame si nutre di erba e fieno, mentre in quelli convenzionali di mangimi a base di soia. Infine, secondo una meta-analisi basata su 170 studi, il latte biologico apporterebbe fino al 56% di omega-3 in più39.

L’alimentazione bio svolge un ruolo preventivo su numerose patologie
Un ampio studio condotto per 3 anni su 60.000 persone in Francia, noto come BioNutrinet, ha permesso di dimostrare i benefici di un’alimentazione biologica sul rischio di sovrappeso, obesità e diabete40. 
Secondo tale studio, un’alimentazione biologica determina un rischio di sovrappeso inferiore del 36% negli uomini e del 42% nelle donne. Anche il rischio di obesità risulta inferiore, del 62% negli uomini e del 48% nelle donne.

Il rischio di contrarre un diabete di tipo 2 sembrerebbe inoltre del 31% inferiore per chi integra alla propria dieta una gran quantità di prodotti biologici41,42. Alcuni pesticidi chimici sono infatti dei perturbatori endocrini che favoriscono l’obesità e il diabete.

Infine, secondo lo stesso studio, consumare regolarmente alimenti biologici ridurrebbe del 25% il rischio di sviluppare un tumore. Questo vale soprattutto per il cancro al seno nelle donne in menopausa (-34%) e per i linfomi (-76%). Tuttavia, dato che questo studio comporta alcuni bias, ulteriori dati saranno necessari per confermare tale impatto del consumo di prodotti biologici sullo sviluppo di tumori. 

Infine, uno studio pubblicato nel 2022 nella rivista Environment International associa l’alimentazione biologica a una riduzione significativa dello stress ossidativo, un fenomeno coinvolto in numerose patologie croniche (malattie neurogenerative, alcuni tipi di tumori, diabete)43. Secondo gli esperti, questi risultati sarebbero dovuti alla presenza di residui di pesticidi chimici nei prodotti convenzionali. 

Un’alimentazione bio: la soluzione ideale per la salute?
Un’alimentazione bio presenta senza dubbio numerosi benefici per la salute. 
È importante però che il consumo di prodotti biologici si inserisca nell’ambito di una dieta sana ed equilibrata.

Pensiamo per esempio ai prodotti trasformati come le patatine in sacchetto o i biscotti. Anche se li scegliamo biologici, l’apporto di sale o zucchero potrà comunque risultare eccessivo. L’aspetto biologico non sarà quindi l’unico criterio da considerare, soprattutto quando acquistiamo prodotti trasformati.

Optare per il biologico nella scelta di prodotti grezzi come la frutta, la verdura, la carne o il latte è invece sicuramente un vantaggio per la salute.

Il label biologico europeo rappresenta un buon punto di partenza per limitare l’esposizione ai pesticidi, pur comportando alcuni limiti. Una soluzione ancora più interessante è rappresentata dai prodotti da label biologici ancora più esigenti, anche se spesso più costosi.

Fonti   .     26 DICEMBRE 2023JULIE CHAPON & ANTHONY BERTHOU  -  YUKA
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