Aumentano i posti messi a concorso nei test d'ingresso a Medicina: saranno quasi 20mila
BY. PROFESSIONE | REDAZIONE DOTTNET | 17/07/2023 20:15
Un incremento di posti da ripartire nelle università italiane: il Mur sta per avanzare la proposta al Gruppo di programmazione per i Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia in italiano e in lingua inglese
Aumentano le chance degli studenti che mirano a entrare nelle facoltà di Medicina e Chirurgia degli atenei pubblici sparsi per l’Italia. Quelle per la quali, proprio in questi giorni, si sta svolgendo la seconda sessione di test d’ingresso, così come previsto dalla recente riforma sull’accesso programmato di area medica. Dal Ministero dell’Università e della Ricerca, infatti, arrivano importanti novità circa i posti disponibili per il prossimo anno. Un incremento, quello annunciato, da MUR di oltre 4mila nuovi posti destinati agli aspiranti “camici bianchi”. Una proposta che il Ministro Anna Maria Bernini presenterà nei prossimi giorni al Gruppo di programmazione per i Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia in italiano e in lingua inglese.La misura vuole portare a 19.944 le “matricole” messe a disposizione per il 2023/2024.
Un aumento significativo che, come segnala il sito Skuola.net, supera di gran lunga la precedente richiesta, avanzata dalla Conferenza Stato-Regioni, di fissare il numero di posti disponibili a 18.133. Stando così le cose, ci troveremmo davanti a un incremento di circa il 20% in più rispetto all’anno accademico 2022-2023, quando i posti furono 15.876, di cui 14.740 posti riservati a studenti dell’Unione Europea e 1136 agli studenti provenienti da Paesi extraeuropei. I nuovi 19.944 posti verrebbero, invece, così suddivisi: 17.942 per il corso in lingua italiana (di cui 679 destinati a studenti extra UE) e 2.002 (di cui 657 posti per gli studenti extra UE) per quello in lingua inglese, la cui prova d'ingresso è fissata per il 17 ottobre. Il MUR ha fatto inoltre sapere che gli oltre 4.000 posti in più, previsti per il prossimo anno accademico, saranno definiti e distribuiti tra i vari atenei con uno specifico decreto ministeriale.Dal prossimo anno, il MUR prevede la possibilità di arrivare a 19.944 posti così definiti:
“Mancano i medici, manca il personale sanitario come la pandemia ha evidenziato. Eppure – ha detto la ministra Bernini lo scorso marzo – non possiamo aprire in automatico le porte delle università a tutti. Oggi abbiamo la necessità di capovolgere il meccanismo: partendo dal nuovo fabbisogno effettivo di medici e sanitari, dobbiamo adeguare le capacità e l’offerta potenziale del sistema universitario. È con questo approccio” con l’idea dell’accesso ‘sostenibile’, “che abbiamo istituito al ministero dell’Università e della Ricerca un gruppo di lavoro con tutti gli attori in campo, dal mondo accademico, al ministero della Salute, alla Conferenza delle Regioni che, insieme agli ordini professionali, definiscono il fabbisogno di medici”.
L’obiettivo, ha continuato la numero uno del dicastero dell’Università e della Ricerca, è “dare una risposta alla richiesta attuale di professionisti da parte del servizio sanitario e del mondo produttivo, compresa l’industria farmaceutica, biomedicale, delle scienze della vita, e che al tempo stesso consideri la capacità di risposta dei nostri atenei. Lo stesso deve ovviamente valere per le scuole di specializzazione, il cui ingresso va organizzato sul fabbisogno del Paese. Con la collaborazione di tutti vogliamo, entro il primo trimestre di quest’anno, offrire una prima risposta per definire un programma di accesso alla facoltà di Medicina ragionato ed efficace”, ha concluso la ministra Anna Maria Bernini.
La scelta di Bernini arriva mentre è in corso la seconda finestra dei test d’ingresso che è in programma dal 15 al 25 luglio dopo la prima andata in scena dal 13 al 22 aprile. Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, secondo i dati diffusi dal Cisia, alla seconda sessione risultano essersi iscritti in 80.723 (+11,4% rispetto ad aprile). Ma c’è anche un altro dato interessante: l'83,6% (60.602) dei partecipanti di aprile - sfruttando una delle novità dei quiz di quest'anno che consente a tutti i candidati di ripetere la prova due volte per anno solare - ha deciso di ripresentarsi a luglio: sono loro, infatti, a rappresentare il 75,1% degli iscritti ai prossimi «Tolc-Med».