Oms, la pandemia resta emergenza internazionale di sanità pubblica. Le nuove linee guida per la sorveglianza

Oms, la pandemia resta emergenza internazionale di sanità pubblica. Le nuove linee guida per la sorveglianza

BY: INFETTIVOLOGIA | REDAZIONE DOTTNET | 30/01/2023 19:08

"il virus conserva la capacità di evolversi in nuove varianti con caratteristiche imprevedibili. E' necessario migliorare la sorveglianza e la segnalazione di ricoveri e decessi per comprendere meglio l'attuale impatto sui sistemi sanitari"
Il Comitato di emergenza per il Coronavirus dell'Oms, spiega l'Organizzazione mondiale della sanità, ha riconosciuto che, sebbene i sottotipi di Omicron attualmente in circolazione a livello globale siano altamente trasmissibili, si è verificato un "disaccoppiamento" tra infezione e malattia grave rispetto alle precedenti varianti preoccupanti.

 Tuttavia, "il virus conserva la capacità di evolversi in nuove varianti con caratteristiche imprevedibili". Il Comitato ha espresso pertanto la "necessità di migliorare la sorveglianza e la segnalazione di ricoveri e decessi per comprendere meglio l'attuale impatto sui sistemi sanitari". La pandemia "continua a costituire un'emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale" ha affermato il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, concordando con il parere offerto dal Comitato di emergenza per il Coronavirus in merito alla pandemia di Covid-19 in corso. Il direttore generale, spiega l'Oms, riconosce l'opinione del Comitato secondo cui la pandemia di Covid-19 "è probabilmente in una fase di transizione e apprezza il consiglio del Comitato di affrontare con attenzione questa transizione e mitigare le potenziali conseguenze negative".

Il Comitato di emergenza per il Coronavirus dell'Oms, spiega l'Organizzazione mondiale della sanità, ha riconosciuto che, sebbene i sottotipi di Omicron attualmente in circolazione a livello globale siano altamente trasmissibili, si è verificato un "disaccoppiamento" tra infezione e malattia grave rispetto alle precedenti varianti preoccupanti. Tuttavia, "il virus conserva la capacità di evolversi in nuove varianti con caratteristiche imprevedibili". Il Comitato ha espresso pertanto la "necessità di migliorare la sorveglianza e la segnalazione di ricoveri e decessi per comprendere meglio l'attuale impatto sui sistemi sanitari".

Dunque la situazione è molto migliore rispetto al picco di Omicron di un anno fa con più di 170.000 decessi correlati a COVID-19 a livello globale segnalati nelle ultime otto settimane. Nel Mondo sono state somministrate 13,1 miliardi di dosi di vaccini COVID-19, con l'89% degli operatori sanitari e l'81% degli anziani (oltre i 60 anni) che hanno completato la serie primaria. Sono stati compiuti progressi significativi anche nello sviluppo di efficaci contromisure mediche; si è consolidata l’esperienza per il sequenziamento genomico e l'epidemiologia genomica e nel capire come gestire l'infodemia nel nuovo ecosistema informativo, comprese le piattaforme dei social media. Ma, osserva l’Oms, “la sorveglianza e il sequenziamento genetico sono oggi diminuiti a livello globale, rendendo più difficile rintracciare le varianti note e rilevarne di nuove”.

Sistemi sanitari in difficoltà. E nel Mondo “i sistemi sanitari sono poi ancora alle prese con COVID-19 e si prendono cura dei pazienti con influenza e virus respiratorio sinciziale (RSV)”, il tutto in un quadro, è sempre l’Oms, a sottolinearlo “di carenza di personale sanitario e con operatori sanitari sempre più affaticati”. E se i vaccini, le terapie e la diagnostica sono stati e rimangono fondamentali nella prevenzione di malattie gravi, per salvare vite umane e alleviare la pressione sui sistemi sanitari e sugli operatori sanitari a livello globale, la risposta al COVID-19 “incontra ancora molti ostacoli in troppi paesi incapaci di fornire questi strumenti alle popolazioni più bisognose, agli anziani e agli operatori sanitari”.

 E questo in un quadro generale nel quale il rischio globale di COVID-19 per la salute umana e la sua trasmissione in corso è considerato comunque ancora “elevato”, con le varianti di SARS-CoV-2 attualmente in circolazione che destano preoccupazione, compresi i lignaggi discendenti di queste varianti cui si aggiunge il ritorno stagionale inaspettatamente anticipato dell'influenza e dell'RSV in alcune regioni, che grava su alcuni sistemi sanitari già sovraccarichi. E a preoccupare l’Oms c’è anche un contesto di circolazione incontrollata del virus dovuta alla sostanziale diminuzione della comunicazione da parte degli Stati membri di dati relativi a morbilità, mortalità, ospedalizzazione e sequenziamento del COVID-19.

Numero decessi ancora elevato e vaccinazioni gruppi a rischio. Per tutte queste ragioni i membri del Comitato hanno espresso preoccupazione per il “rischio ancora presente del COVID-19, con un numero ancora elevato di decessi rispetto ad altre malattie infettive respiratorie, l'insufficiente diffusione del vaccino nei paesi a basso e medio reddito, nonché nei paesi a più alto reddito dove non sempre sono stati raggiunti tutti i gruppi di rischio cui si aggiunge l'incertezza associata alle varianti emergenti”. Il Comitato ha poi preso anche atto del fatto che “l'affaticamento da pandemia e la ridotta percezione pubblica del rischio abbiano portato a un uso drasticamente ridotto di misure sociali e di salute pubblica, come mascherine e distanziamento sociale e che l'esitazione sui vaccini e la continua diffusione della disinformazione continuano a costituire ulteriori ostacoli all'attuazione di interventi cruciali di sanità pubblica”.

 Di buono c’è che, sebbene i sottotipi di Omicron attualmente in circolazione a livello globale siano altamente trasmissibili, si è verificato un disaccoppiamento tra infezione e malattia grave rispetto alle precedenti varianti preoccupanti. Di contro, osserva sempre il Comitato, “il virus conserva la capacità di evolversi in nuove varianti con caratteristiche imprevedibili che rendono necessario un miglioramento della sorveglianza e del sistema di segnalazione di ricoveri, ricoveri in unità di terapia intensiva e decessi per comprendere meglio l'attuale impatto sui sistemi sanitari e caratterizzare adeguatamente le caratteristiche cliniche di COVID-19 e la condizione post-COVID-19”.

Mantenere emergenza sanitaria globale. Da qui la decisone di ribadire che il COVID-19 resta “una pericolosa malattia infettiva in grado di causare danni sostanziali alla salute e ai sistemi sanitari” che consiglia di confermare ancora per un po’ lo status di emergenza sanitaria “per mantenere l'attenzione globale su COVID-19, considerando le potenziali conseguenze negative che potrebbero derivare se la PHEIC fosse dichiarata terminata”. Il Comitato ha comunque riconosciuto che la pandemia di COVID-19 potrebbe avvicinarsi a “un punto di svolta” e che il raggiungimento di livelli più elevati di immunità della popolazione a livello globale, attraverso l'infezione e/o la vaccinazione, “possa limitare l'impatto della SARS-CoV-2 sulla morbilità e sulla mortalità” anche se non si nutre alcun dubbio sul fatto che questo virus “rimarrà un patogeno permanente nell'uomo e negli animali per il futuro prevedibile”.

 Pertanto, è assolutamente necessaria un'azione di sanità pubblica a lungo termine, perché, “anche se l'eliminazione di questo virus dai serbatoi umani e animali sembra altamente improbabile, la mitigazione del suo impatto devastante sulla morbilità e sulla mortalità si può ottenere ma solo se resta un obiettivo prioritario della sanità mondiale”. Ma in ogni caso la fine dell’emergenza globale è vicina e per questo il Comitato in accordo con l’Oms ha convenuto sulla necessità di mettere a punto una serie di azioni e proposte rivolte a tutti gli Stati membri per mantenere l'attenzione globale e nazionale su COVID-19 dopo la conclusione del PHEIC.

In attesa di queste nuove indicazioni l’Oms ha comunque diramato sette nuove raccomandazioni temporanee:

Mantenere lo slancio per la vaccinazione COVID-19 per raggiungere il 100% di copertura dei gruppi ad alta priorità guidati dalle raccomandazioni SAGE in evoluzione sull'uso di dosi di richiamo. Gli Stati dovrebbero pianificare l'integrazione della vaccinazione COVID-19 in parte dei programmi di immunizzazione lungo tutto il corso della vita . La regolare raccolta di dati e rapporti sulla copertura vaccinale dovrebbe includere sia la dose primaria che quella di richiamo.
Migliorare la segnalazione dei dati di sorveglianza SARS-CoV-2 all'OMS. Sono necessari dati migliori per: rilevare, valutare e monitorare le varianti emergenti; identificare cambiamenti significativi nell'epidemiologia del COVID-19; e comprendere l'onere del COVID-19 in tutte le regioni.

 Si raccomanda agli Stati di utilizzare un approccio integrato alla sorveglianza delle malattie infettive respiratorie che sfrutti il sistema globale di sorveglianza e risposta all'influenza. La sorveglianza dovrebbe includere informazioni provenienti da popolazioni sentinella rappresentative, sorveglianza basata sugli eventi, sorveglianza delle acque reflue umane, sorveglianza sierologica e sorveglianza animale-uomo-ambiente. L'OMS dovrebbe continuare a lavorare con gli Stati membri per garantire un'adeguata capacità e copertura della sorveglianza COVID-19 per riconoscere rapidamente qualsiasi cambiamento significativo nel virus e/o il suo impatto epidemiologico e clinico, compreso il ricovero, in modo che l'OMS possa attivare un allarme globale appropriato come necessario.
 
Aumentare la disponibilità e garantire la disponibilità a lungo termine delle contromisure mediche. Gli Stati dovrebbero migliorare l'accesso ai vaccini, alla diagnostica e alle terapie contro il COVID-19 e prendere in considerazione la preparazione affinché queste contromisure mediche siano autorizzate al di fuori delle procedure dell'Elenco per usi di emergenza e all'interno dei normali quadri normativi nazionali.
 
Mantenere una forte capacità di risposta nazionale e prepararsi per eventi futuri per evitare il verificarsi di un ciclo di panico e abbandono. Gli Stati dovrebbero considerare come rafforzare la prontezza del paese a rispondere alle epidemie, compresa l'attenzione alla capacità del personale sanitario, alla prevenzione e al controllo delle infezioni e al finanziamento della preparazione e della risposta ai patogeni respiratori e non respiratori. 
 
Continuare a lavorare con le comunità e i loro leader per affrontare l'infodemia e implementare efficacemente misure di salute pubblica e sociali basate sul rischio (PHSM). La comunicazione del rischio e l'impegno della comunità dovrebbero essere adattati ai contesti locali e affrontare la cattiva e la disinformazione che erode la fiducia nelle contromisure mediche e nel PHSM. Gli Stati dovrebbero rafforzare la comprensione da parte del pubblico, dei media e delle comunità della scienza in evoluzione per incoraggiare azioni e politiche basate su prove. Gli Stati dovrebbero continuare a monitorare la risposta individuale e pubblica all'attuazione del PHSM e all'adozione e all'accettabilità dei vaccini COVID-19 e ad attuare misure, comprese le strategie di comunicazione, per sostenere un utilizzo appropriato. 
 
Continuare ad adeguare le misure relative ai viaggi internazionali, sulla base della valutazione del rischio, e a non richiedere la prova della vaccinazione contro il COVID-19 come prerequisito per i viaggi internazionali. 
 
Continuare a sostenere la ricerca per vaccini migliorati che riducano la trasmissione e abbiano un'ampia applicabilità, nonché la ricerca per comprendere l'intero spettro, l'incidenza e l'impatto della condizione post COVID-19 e per sviluppare percorsi di assistenza integrata pertinenti.
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