Iss, aumentano in casi di zoonosi in Ue. Italia prima per salmonellosi
INFETTIVOLOGIA | REDAZIONE DOTTNET | 23/12/2022 16:45
Pandemia influenza la raccolta dei dati anche nel corso del 2021
Aumentano, nel 2021 rispetto all'anno precedente, i casi di zoonosi nei Paesi dell'Ue. Le più segnalate tra queste malattie, che si trasmettono per via diretta o indiretta dagli animali all'uomo, sono state la campilobatteriosi e la salmonellosi. E le zoonosi sono in aumento anche in Italia, dove la salmonellosi si conferma quella con il maggior numero di casi notificati. È quanto emerge dal nuovo "European Union One-Health Zoonoses report 2021" pubblicato dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) e dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc), relativo ai dati raccolti nel 2021 dai 27 Stati membri UE, dall'Irlanda del Nord e da nove Paesi non-membri.
La redazione del report è stata coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss) che ha guidato un team di esperti del Consorzio ZOE (Zoonoses under a One health perspective in the EU) di cui fanno parte oltre all'ISS, l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie e l'Istituto Zooprofilattico dell'Abruzzo e Molise (capofila del Consorzio), l'Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emilia Romagna e l'Agence nationale de sécurité sanitaire de l'alimentation, de l'environnement et du travail (Anses).
Al terzo posto tra le zoonosi nell'Ue c'è la yersiniosi, seguita dalle infezioni da Escherichia coli produttori di Shiga tossina (STEC) e da Listeria monocytogenes. In Italia. I casi di zoonosi, osserva il report, sono aumentati rispetto al 2020 senza tornare tuttavia ai numeri del periodo pre-pandemico (2017-2019): questo perché la pandemia ha sicuramente influenzato la raccolta, l'analisi dei dati e dalle misure di controllo adottate negli Stati membri anche nel corso del 2021.
In Italia nel 2021 il numero dei casi confermati di malattia riportato in Italia è aumentato rispetto al 2020 per tutte le zoonosi ad eccezione della trichinellosi (nessun caso riportato nel 2021) e delle infezioni da virus West Nile (5,8% casi in meno rispetto al 2020), sebbene l'Italia sia stata nel 2020 il paese in Europa con il maggior numero di notifiche di casi di West Nile (43% del totale dei casi riportati in UE). Rispetto al 2020 l'aumento è stato più marcato per salmonellosi (+38,9%), infezioni da STEC (+44.4%), listeriosi (+55.5%), yersiniosi (+66.7%) e brucellosi (+77.8%), e più moderato per campilobatteriosi (+8,7%).