FAQ Long - Covid le risposte dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) anno 2022

FAQ Long - Covid le risposte dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) anno 2022

FAQ - LONG - COVID    ISS  anno 2022

Cos’è il Long-CoViD? 
Si tratta di quella condizione di persistenza di segni e sintomi che continuano o si sviluppano dopo un'infezione acuta da SARS-CoV-2. Se i sintomi continuano a manifestarsi oltre quattro settimane dall’infezione fino a 12 settimane, si parla di malattia CoViD-19 sintomatica persistente; se i sintomi si prolungano per più di 12 settimane e non possono essere spiegati da nessun'altra condizione, si parla di Sindrome post-CoViD. Il Long-CoViD include entrambe queste condizioni.

Quali sono i sintomi generali del Long-CoViD?
Le manifestazioni generali più frequenti includono:
astenia importante e persistente (il sintomo documentato con maggiore frequenza)
anoressia
debolezza muscolare
febbre recidivante
dolori diffusi
mialgie e artralgie
peggioramento della qualità della vita.
Alcuni sintomi del Long-CoViD sembrano simili a quelli della Sindrome da fatica cronica, tuttavia, rispetto a questa, il Long-CoViD sembra manifestarsi con uno spettro più ampio di sintomi.

Chi è più colpito?
Le donne, chi ha un’età avanzata, chi è obeso o sovrappeso e chi è stato ospedalizzato per CoViD-19. In quest’ultimo caso, vi è un’apparente correlazione con il numero delle patologie croniche preesistenti e con la gravità degli interventi richiesti (es. ricovero in terapia intensiva). La suscettibilità sembra, inoltre, aumentare con il numero di sintomi nella fase acuta (in particolare con la dispnea) ma l’associazione con la loro gravità non è ancora chiaramente definita.

FAQ - È utile fare un tampone?
No, né il tampone molecolare o antigenico né il test anticorpale per CoViD-19 costituiscono un prerequisito per la diagnosi (quest’ultimo, ovvero il titolo anticorpale, tende infatti a diminuire a distanza di mesi dall’insorgenza della malattia).

Diagnosi di long- covid
La diagnosi di Long-CoViD è prettamente clinica e si basa su una storia di CoViD-19 e un mancato recupero completo con lo sviluppo di alcuni dei sintomi suddetti.

Frequenza della sindrome di long-covid
Una stima precisa della prevalenza è difficile. Secondo un recente documento riassuntivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità un quarto dei soggetti con CoViD-19 manifesta sintomi persistenti a distanza di quattro-cinque settimane dal riscontro della positività. Il più ampio degli studi, svolto nel Regno Unito dall’Office for National Statistics su un campione di oltre 20.000 persone, ha mostrato una prevalenza di sintomi del 13% oltre le 12 settimane post-infezione, con una prevalenza otto volte superiore a quella di un gruppo di controllo, un rischio maggiore nelle donne rispetto agli uomini (14,7% vs. 12,7%) e prevalenza più alta nel gruppo di età 25-34 (18,2%). Uno studio pubblicato su JAMA effettuato in Italia su 143 pazienti che erano stati ospedalizzati e che sono stati valutati due mesi dopo la prima insorgenza dei sintomi ha rilevato che solo il 13% dei pazienti era completamente asintomatico mentre il 32% riferiva uno o due sintomi e il 55% aveva tre o più sintomi.

Long-covid e bambini 
I casi ad oggi sono pochi ma anche nei bambini il Long-CoViD può determinare la comparsa di una sintomatologia tardiva e persistente per diversi mesi. Analogamente che per gli adulti, anche tra i più piccoli i sintomi più diffusi sono: febbre, disturbi gastro-intestinali, affaticamento, mal di gola, cefalea, cambiamenti del tono dell’umore, disturbo del sonno, difficoltà di concentrazione.

Quali parti del corpo sono più danneggiate?
Ad oggi è stata riscontrata un’ampia gamma di danni a lungo termine su organi del sistema respiratorio, cardiovascolare, nervoso, gastrointestinale, ematologico, endocrino, dell’apparato otorinolaringoiatrico, sulla cute e sui reni.  

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