Terapia cellulare: Tornare a sentire grazie alla medicina rigenerativa

Terapia cellulare: Tornare a sentire grazie alla medicina rigenerativa

By: Osservatorio Terapie Avanzate

Utilizzare piccole molecole in grado di “svegliare” le cellule ciliate dormienti situate nell’orecchio interno e ripristinare l’udito. L’innovativo approccio è in fase di sperimentazione clinica.

Tornare a sentire grazie ad una terapia rigenerativa. È l’obiettivo di Frequency Therapeutics, uno spinout del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, negli Stati Uniti, che grazie all’intuizione di alcuni ricercatori sta sviluppando una tecnica in grado di “svegliare” le cellule ciliate dormienti situate nell’orecchio interno umano. La terapia – nota come FX-322 – è indicata per la perdita dell'udito neurosensoriale ed è già stata testata su circa 200 persone con risultati interessanti. Attualmente è in corso uno studio clinico di Fase II per verificare efficacia e sicurezza della terapia, somministrata mediante iniezione intratimpanica, negli adulti con ipoacusia neurosensoriale acquisita (SNHL).

PERDERE L’UDITO
La perdita dell'udito può essere causata da problemi nell'orecchio esterno e medio (perdita dell'udito conduttivo), o interno (perdita dell'udito neurosensoriale) o da un mix di entrambi. La perdita dell’udito neurosensoriale, o SNHL, è la forma più comune (riguarda circa il 90% dei casi) ed è dovuta a una degenerazione delle cellule ciliate situate nell'orecchio interno o a problemi collegati alle vie nervose che convertono il suono percepito dall'orecchio in segnali elettrici da inviare al cervello. Il danno può essere ereditario o acquisito nel corso della vita. 

Alcuni eventi - spesso inevitabili come l’esposizione cronica al rumore, l’invecchiamento, alcune infezioni virali o terapie farmacologiche tossiche per l’orecchio – possono danneggiare le cellule ciliate sensoriali provocando una perdita dell’udito. Condizione che può portare a isolamento, frustrazione, un ronzio debilitante nelle orecchie (acufene) e che è strettamente correlata alla demenza. Attualmente non esistono terapie approvate per la SNHL e l’unica alternativa sono gli apparecchi acustici o gli impianti, con tutti i limiti che possono avere rispetto a una cura vera e propria.

RIGENERARE LE CELLULE CILIATE
L’idea dei ricercatori della biotech Frequency Therapeutics è proprio quella di invertire la perdita dell'udito e curare la SNHL. La premessa è che nell’orecchio interno si trovano cellule progenitrici che durante i nove mesi di gestazione si trasformano in cellule ciliate della coclea. Quelle che restano diventano dormienti prima della nascita e non vengono mai più attivate e trasformate in cellule specializzate. “Gli esseri umani nascono con circa 15.000 cellule ciliate in ciascuna coclea. Tali cellule muoiono nel tempo e non si rigenerano mai”, riporta il MIT News. Da qui l’idea del team di ricerca - composto da Chris Loose, co-fondatore di Frequency e Chief Scientific Officer, Robert Langer del MIT Institute e Jeff Karp, membro della facoltà affiliata di Harvard-MIT Health Sciences and Technology - di “risvegliare” queste cellule progenitrici e trasformarle in ciliate.  

STUDI CLINICI
Nel 2012 il team di ricerca è stato in grado di utilizzare, in laboratorio, piccole molecole per programmare le cellule progenitrici, discendenti delle cellule staminali dell'orecchio interno, per creare le minuscole cellule ciliate che ci permettono di sentire. Dopo i risultati positivi ottenuti con gli studi preclinici gli scienziati hanno iniziato a testare l’approccio anche sugli esseri umani. Ad oggi l'azienda ha somministrato la terapia rigenerativa in oltre 200 pazienti, in tre diversi studi clinici, e ha riscontrato miglioramenti clinicamente significativi nella percezione del linguaggio. Nel primo studio sono stati riscontrati miglioramenti statisticamente significativi nella percezione del parlato in alcuni partecipanti dopo una singola iniezione, con un beneficio clinico della durata di quasi due anni.

Adesso la biotech sta reclutando circa 124 persone per uno studio di Fase II multicentrico, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, i cui risultati preliminari dovrebbero essere disponibili all'inizio del prossimo anno. “Alcune delle persone arruolate nei trial non hanno sentito per trenta anni e, in seguito al trattamento, per la prima volta sono riuscite ad andare in un ristorante affollato e sentire cosa dicevano i loro figli”, commenta Langer. “È importante per loro. Ovviamente è necessario fare di più, ma il solo fatto di aver aiutato un piccolo gruppo di persone è davvero impressionante”.

NON SOLO UDITO
L’approccio potrebbe rivelarsi utile anche per altre malattie, come la sclerosi multipla (SM). La biotech sta infatti sviluppando una terapia in grado di trasformare le cellule progenitrici in cellule produttrici di mielina, sostanza che ricopre i neuroni permettendo loro di funzionare. Un processo che il nostro cervello compie già naturalmente ma non abbastanza velocemente da compensare le perdite di mielina dovute alla malattia. “La maggior parte delle terapie per la SM si concentra sulla soppressione del sistema immunitario piuttosto che sulla generazione di mielina”, riporta il MIT News sottolineando la diversità dell’approccio di Frequancy. “Le prime versioni del farmaco in via di sviluppo hanno mostrato aumenti drammatici della mielina negli studi sui topi e la società prevede di presentare una nuova domanda sperimentale presso la FDA il prossimo anno”. Ma, secondo i ricercatori, la rimielinizzazione è solo la punta dell'iceberg delle possibilità che offre questo innovativo approccio. 

Di: Cristina Tognaccini , 25 Maggio 2022
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