Occhio secco, assenza di umidità e grande siccità tra le cause della patologia

Occhio secco, assenza di umidità e grande siccità tra le cause della patologia

L’inarrestabile cambiamento del clima che sta investendo ogni parte del globo ha gravi ripercussioni sulla salute: “È la più grande minaccia per la salute umana del XXI secolo” ha affermato in un rapporto The Lancet, una delle più importanti riviste scientifiche in ambito medico, sottolineando come l’influenza dell’ambiente e del clima sulla salute umana siano ormai inequivocabili.

Un altro ampio studio cui hanno contribuito venti Paesi industrializzati durato oltre vent’anni, del prestigioso “New England Journal of Medicine, ha elencato le nuove patologie che stanno insorgendo e le vecchie che si dimostrano sempre più frequenti e aggressive a causa dello sconvolgimento del nostro “sistema meteorologico”.

Le devastanti tempeste, la siccità ormai quasi perenne, le ondate di calore, la desertificazione di aree sempre più prossime alla città sono la minaccia incombente alla nostra salute. L’inquinamento ambientale in Europa (secondo recenti studi epidemiologici) riduce l’aspettativa di vita in media di oltre due anni, provocando annualmente 133 decessi ogni 100mila abitanti. Stando alle stime dell’OMS tra il 2030 e il 2050 saranno circa 250mila ogni anno i decessi imputabili alle ondate di caldo e alle loro conseguenze.

Secondo l’OMS, che già due anni or sono in un report consegnato a tutti gli Stati membri aveva segnalato che la patologia dell’occhio secco è ancora troppo sottovalutata dai servizi nazionali della salute, ha recentemente posto l’attenzione sulle conseguenze che il cambiamento del sistema meteorologico ha sulla salute dei nostri occhi.

Nell’ottobre scorso il National Institute of Health (l’Istituto nazionale della Salute americano), in un simposio sul tema “La salute dell’occhio in relazione ai cambiamenti climatici”, ha presentato un ponderoso studio che il National Eye Institute (la società scientifica americana di oftalmologia) ha svolto ed è durato oltre tre anni.
 
Fonte  Insalutenews   26 GIUGNO 2019

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