L'angolo della lettura
16/01/2025 - Mito dell’America…addio
Sui bossoli trovati fuori dall'Hotel Hilton sulla Sixth Avenue a Manhattan, dove è stato ucciso il Ceo del colosso sanitario United Health care Brian Thompson mentre si recava alla conferenza annuale degli investitori della sua azienda, erano incise tre parole: “dely” (ritardare), “deny” (negare) e “defend” (difendere). Il rifermento al titolo del libro del 2010 di Jay M. Feinman “Delay, Deny, Defend: Why Insurance Companies Don't Pay Claims and What You Can Do About It” è esplicito; la reprimenda contro l’atteggiamento delle assicurazioni, specie nel campo sanitario, verso i risarcimenti di legittimi pagamenti ancor di più.
Ritardare, negare, difendere, non è un solo messaggio, il motivo di un omicidio. Formula ben nota nel mondo delle assicurazioni americane, ha un significato preciso: la strategia di ritardare i pagamenti delle cure mediche, di negare i rimborsi anche quando sarebbero dovuti e, infine, di difendere queste decisioni attraverso lunghe battaglie legali molto costose che scoraggiano la maggior parte dei richiedenti ad inoltrarsi in problematiche giudiziarie. Una pratica che proprio UnitedHealthcare, il più grande gruppo assicurativo sanitario degli Stati Uniti con 49 milioni di assistiti, è stato accusato di utilizzare.
A differenza dell'Italia, negli Stati Uniti non esiste un sistema sanitario nazionale universale. Il sistema si basa principalmente su assicurazioni private che coprono le spese mediche pagando un premio mensile. Gli americani accedono all'assicurazione sanitaria attraverso tre modalità principali: il proprio datore di lavoro, che ne paga una parte consistente; tramite Medicaid, programma federale gestito anche da compagnie private come UnitedHealthcare riservato a persone e famiglie bisognose (circa l'11% della popolazione); attraverso Medicare, programma statale per soggetti con età superiore a 65 anni e disabili (circa il 15% della popolazione).
Secondo i dati della KFF (Kaiser Family Foundation, un think tank focalizzato sulle problematiche dell'assistenza sanitaria), circa 30 milioni di americani rimangono senza copertura sanitaria. Per far luce su questo problema una commissione del Senato degli Stati Uniti ha pubblicato un rapporto che esamina le pratiche di tre grandi compagnie assicurative – UnitedHealthcare, Humana e CVS – nella gestione dei rimborsi di Medicare. Secondo quanto riporta il New York Times, lo studio ha concluso che UnitedHealthcare nega le richieste di degenza infermieristica "tre volte più spesso" rispetto ad altri servizi. L'uso di sistemi automatizzati per valutare i rimborsi è sotto esame. Il sito di notizie sanitarie Stat ha pubblicato un'inchiesta su NaviHealth, sussidiaria di UnitedHealthcare. Il reportage documenta come l'azienda utilizzi algoritmi per determinare la durata dell'assistenza agli anziani. Brian Thompson, l'AD dell'azienda, era stato al centro di polemiche già nel 2021, quando si era annunciato di negare i pagamenti per le visite al pronto soccorso ritenute non critiche.
L'indagine della commissione del Senato ha riacceso i riflettori sulle pratiche contestate da tempo alle assicurazioni sanitarie americane. Le stesse tre parole trovate sui proiettili dell'omicidio Thompson sono diventate il simbolo di questo dibattito quando nel 2010 il professore emerito di diritto della Rutgers University Jay Feinman le ha scelte come titolo per il suo libro-inchiesta sulle strategie delle compagnie assicurative. Secondo questo documento, nei primi anni Novanta diverse compagnie assicurative avrebbero ingaggiato la società di consulenza McKinsey & Company per ripensare la gestione dei rimborsi. "La maggiore spesa di una compagnia assicurativa è rappresentata da ciò che paga per i rimborsi", scrive l'autore citando i documenti dell'epoca. "Se paga meno rimborsi, mantiene più profitti".
Questi episodi rappresentano solo alcune delle contraddizioni più palesi del sistema americano. Sono sempre gli US il simbolo nel nostro immaginario di Stato democratico? Il modello di organizzazione a cui guardare, con il quale confrontarsi? Sono sempre gli Stati Uniti l’emblema della parità dei diritti e delle opportunità? La terra ideale dove il merito assume valore discriminatorio per la crescita professionale e sociale? La patria senza discriminazioni per sesso, razza e provenienza sociale? Da tempo questi argomenti sono sul tappeto e sempre più emerge di fatto che tale egemonia sia finita.
Si rafforza l’idea che la valenza e il valore dei principi democratici sviluppati ed attuati anche se incompiutamente nel vecchio continente siano da preferire, costituiscano il vero punto di riferimento per fondare uno Stato, per non trascurare le minoranze, per non creare diseguaglianze sociali. La civiltà del consumismo imperante negli US si contrappone sempre più alla società europea dell’individuo, naturalmente dell'Europa occidentale nata dopo la Rivoluzione Francese, che ai principi umani ed universali di quella rivoluzione si è alimentata.
A cosa vale tutta la ricchezza di uno Stato se la legislazione alla quale si ispira permette disparità nel trattamento sanitario, bene primario ed essenziale di ogni popolo? Sempre più così il “mito dell’America” viene meno, si affievolisce, inevitabilmente si attenua e scema di fronte a queste tristi evidenze, a queste disumane disparità alle quali, in nessun modo, d’altra parte, la politica statunitense ha intenzione ed interesse a metter mano per attutirle, smussarle e, con decisione, superarle.