osservazioni medico oculistiche - Democrazie e mondo associativo

L'angolo della lettura

02/03/2024 - Democrazie e mondo associativo

di Amedeo Lucente
  Dando uno sguardo agli scenari della nostra vita associativa, il 2024 sarà un anno di svolta, di grandi ed importanti decisioni. Tante sono infatti le istanze, tante le prospettive di sviluppo messe in campo ed offerte che possiamo condividere per percorrere insieme il virtuoso processo di unificazione che la nostra Oftalmologia ha ormai decisamente, con coraggio, intrapreso.

Ogni passaggio storico che è testimone di una fusione di popoli e condivisione di realtà associative acquista maggiore importanza e risulta foriero di positivi cambiamenti se è da tutti condiviso, quando si attua con piena partecipazione delle parti in causa e la maggioranza degli interessati vive in prima persona i momenti di trasformazione. Il termine democrazia deriva da démos (popolo) e krátos (potere), governo del popolo. E’ la forma di gestione della cosa pubblica dove la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dalle persone che di quel popolo fanno parte. Tra tutte le possibili forme di governo la democrazia è sicuramente la governance che privilegia la maggiore partecipazione, la più estesa corale condivisione.

Essa si associa, nell’immaginario comune, ad una forma di governo statale. Tuttavia interessa e riguarda anche e, in modo diffuso, le persone che sentono la necessità di associarsi, che intendono condividere il loro percorso, nel nostro caso la vita professionale. Tratto comune ed imprescindibile delle democrazie è il modo in cui vengono prese le decisioni: la maggioranza dei partecipanti decide, la sovranità è in mano agli associati. Il concetto di democrazia ha subito nei secoli molti travagli interpretativi. Non sempre è stata giudicata positivamente. Platone e Aristotele ritenevano la democrazia non idonea al governo dei popoli. Polobio, storico dell’antica Grecia, la giudicava invece una forma buona di governo tra monarchia e aristocrazia. Stigmatizzava come negative la tirannide, l’oligarchia e, più di tutte, l’oclocrazia (óchlos, moltitudine, massa e krátos, potere), forma degenerativa di democrazia in cui la volontà delle masse è in mano a demagoghi che ne orientano perversamente, arbitrariamente, e per fini del tutto personali le opinioni e le scelte.

Nel discorso appassionato e nel contempo realistico di fine anno del nostro Presidente Sergio Mattarella, visto da 10,6 milioni di telespettatori, con il 65% di share, c’è l’appello a reagire uniti e in modo solidale: “possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa d’importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci. Con la partecipazione attiva alla vita civile”. E ancora, continuando il Presidente sembra rivolgersi specificatamente a noi Oftalmologi quando soggiunge: “non dobbiamo farci vincere dalla rassegnazione o dall’indifferenza. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi per timore che le impetuose novità che abbiamo davanti portino soltanto pericoli”. E se tanto è valevole per rafforzare la democrazia della nostra Italia, ancor è più valido per incoraggiare il nostro spirito societario ad imboccare la porta della rinascita, a trovare la forza per rinsaldarsi, a riprendere, con decisione, la strada maestra della riunificazione.

La forma di governo che più di tutte esalta ed attua i principi della democrazia è la Repubblica in tutte le sue fattispecie. Repubblica, res publica, cosa pubblica, vuol dire lo stato è del popolo. E’ l’attuazione più piena e compiuta della democrazia; il potere è devoluto al popolo. La Repubblica si contrappone a tutte le forme di governo assoluto, di dispotismo, dove la figura di un sovrano, per discendenza o per colpo di stato, è capo incontrastato di una nazione. Dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo dei regimi comunisti in Europa orientale, le democrazie liberali hanno avuto un momento di defaiance: si era diffusa l’opinione della vittoria definitiva della democrazia sui sistemi totalitari. Il saggio del noto politologo americano Francis Fukuyama “La fine della storia e l'ultimo uomo” teorizzava questo predominio, questa definitiva vittoria.

Allentare la costruzione e la tutela della democrazia ha avuto, purtroppo, come conseguenza che forme di dittatura si perpetrassero, non venissero meno. E così si sono rafforzate nel vecchio continente e in molte parti del mondo. Il termine postdemocrazia, coniata dal politologo inglese Colin Crouch, descrive un sistema formalmente ancora democratico, nel quale tuttavia i processi comunicativi e decisionali vengono soppiantati da nuove forme oligarchiche ed autoritarie. Questo vale per i sistemi di governo degli stati ma anche, e in modo più strisciante, per il mondo delle Associazioni.

La più grande forza della democrazia è la partecipazione attiva. Le associazioni anch’esse espressione di processi democratici, spesso vivono di un dialogo esclusivamente verticistico, senza confronto con la base, staccandosi sempre più, e in modo evidente, dai principi fondanti ogni sodalizio umano. Il segreto per rafforzare e tutelare la democrazia anche nelle associazioni è coltivare ed attuare l’interlocuzione attiva con i vertici; bisogna interrogarli, chiedere conto del loro operato facendolo da pari a pari, pretendere i necessari riscontri per continuare, oppure negare, la propria fiducia. Con il dilagare del mondo digitale tale controllo democratico è oggi più facile, possibile, efficace, diretto e istantaneo. Assume maggior valenza e forza più che in altre epoche perché la diffusione telematica può influenzare velocemente le opinioni, rimescolando le acque altrimenti placide del consenso sonnolente e acquiescente, che tutto permette, tutto tollera e genera dispotismo.

Mai come in questo frangente storico il mondo dell’Oftalmologia italiana è spazzato dai venti del rinnovamento; si avvertono impellenti le istanze che si innalzano dalla base. Si è tutti consapevoli, palesemente, di essere di fronte ad un cambiamento epocale, storico.

Eadem mutata resurgo, risorgo uguale eppur diversa. Questa locuzione scritta la prima volta da Descartes e, successivamente, indagata da Jakob Bernoulli che la definì spira mirabilis, la spirale meravigliosa, si ispira alla spirale di crescita logaritmica che spesso si ritrova anche in natura. E’ una figura metaforica che può rappresentare, forse più di altre, la rivoluzione che sta verificandosi nell’Oftalmologia Italiana: la volontà di risorgere ugualmente prestigiosa, senza perdere la sua prestigiosa storia; rinnovarsi profondamente con canoni decisamente democratici. Radici sempre salde nel nostro passato, presupposto per una nuova crescita verso le più fiorenti prospettive di sviluppo scientifico e societario. Questi sono gli auspici augurali che dobbiamo tutti intimamente condividere. L’Oftalmologia Italiana merita un domani migliore di assoluta trasparenza democratica, di inconfutabile eccellenza scientifica.
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