Osservazioni e Riflessioni Cliniche - Tonometria integrata al profilo corneale volumetrico
07/02/2023 - Tonometria integrata al profilo corneale volumetrico
Lo spessore corneale centrale determina una variazione del tono rilevato sia con la tonometria ad applanazione che a soffio non a contatto. Considerare il profilo corneale da limbus a limbus per quanto riguarda la curvatura e gli spessori differenziali dal centro all'attacco con la sclera, sembra un passo in avanti nello studio biomeccanico della cornea in relazione al tono oculare. La struttura complessiva della cornea e della camera anteriore dovranno necessariamente determinare una loro influenza. Avere una mappa pachimetrica e una topografia antero-posteriore della cornea a 360° sarà utile per capire la rigidità corneale complessiva e non solo dei 3 mm centrali. Tanto più la cornea strutturalmente è rigida tanto maggiormente la sua elasticità e flessibilità alle sollecitazioni esterne diminuisce e, per rimbalzo, farà determinare, non solo con la modalità a soffio della tonometria, falsi toni oculari. Esistono da tempo i tonometri-pachimetri sulla base di numerosi studi e pubblicazioni. La mia proposta è di avere un tonometro integrato ad un tomografo/OCT e verificare come i dati strutturali corneali possono influenzare il risultato finale rilevato. E' esperienza comune che i ponti ad arco sono tanto più resistenti quanto più larga è la loro base d'appoggio. Anche l'ampiezza delle arcate sono in relazione alla base d'appoggio. Basta pensare agli acquedotti romani: sia la larghezza della base d'appoggio che la percentuale di decremento dello spessore dalla base fino all'acme dell'arcata risultano determinanti. La cornea è una struttura flessibile e il suo modulo elastico, necessariamente connesso allo spessore volumetrico complessivo, farà risentire la sua influenza e determinerà un "input" incrementale che dovrà essere stimato e tenuto in conto per arrivare ad un più veritiero tono endoculare. 
