La posizione della lentina artificiale in camera anteriore è stata sempre considerata cagionevole per l'endotelio corneale nel tempo.
Specialmente nei primi anni dell'introduzione della facoemulsificazione, la rottura della capsula posteriore era piuttosto frequente, imponeva il posizionamento della IOL in camera anteriore e la preoccupazione maggiore era per lo scompenso dell'endotelio corneale nel tempo, piuttosto che per il risultato visivo finale.
In questo paziente la conta dell'endotelio dell'occhio con IOL in camera anteriore è più scarsa dell'altro occhio, dove è presente una cataratta avanzata 4+.
La cornea è trasparente e permette un buon visus,
la lentina è centrata e l'intervento è stato effettuato da poco tempo, a conferma che anche con le tecniche più avanzate di faco, si può sempre incorrere nella rottura della capsula posteriore e nel dover posizionare una IOL davanti l'iride, se non si decide di procedere alla sospensione in camera posteriore della IOL, procedura più complicata e non semplice.
Se la IOL in camera anteriore non presenta donesi ed è ben salda con gli appoggi, non dovrebbero sussistere motivazioni fisiopatologiche per una diminuzione delle cellule nel tempo.
L'impressione è che il maggior danno all'endotelio possa provenire dalla faco, dal tempo degli ultrasuoni e dalla loro intensità, più che da ogni altra problematica legata alla posizione della IOL.
La manualità chirurgica è fondamentale e solo chi effettua molti interventi all'anno, può avere i migliori risultati visivi, statisticamente valutabili.