Articoli Scientifici di Oftalmologia
Argomento : 34
Celiachia e alimentazione senza glutine
La celiachia è conosciuta da moltissimo tempo, probabilmente già
dall’epoca dell’antica Grecia, ma solo a metà del ventesimo secolo fu chiarito
che era l’introduzione di glutine a determinare i sintomi e solo dopo il 1980 è
stato possibile approfondire vari aspetti della malattia grazie a numerosi studi
compiuti in tutto il mondo.
La celiachia era considerata in passato una malattia relativamente rara, che
colpiva i bambini con chiare manifestazioni intestinali legate al malassorbimento
(diarrea cronica, rallentamento della crescita, malnutrizione).
La biopsia intestinale era l’unico mezzo a disposizione per la diagnosi.
Nell’ arco degli ultimi 10 anni lo sviluppo di tecniche diagnostiche semplici,
poco costose e soprattutto poco invasive ha permesso di confermare la reale
frequenza di malattia, ovunque nel mondo, che risulta molto più elevata di quanto
non si pensasse e con sintomi anche diversi da quelli ritenuti tipici e più frequenti.
Attualmente sappiamo che la prevalenza della celiachia è di 1 persona su
100 e soprattutto che non tutti i soggetti celiaci sono riconosciuti a causa della
variabilità clinica della malattia.
In Italia ad oggi si ritiene che i celiaci siano circa 600.000, ma solamente
100.000 sono stati diagnosticati.
Le ragioni per cui in tutto il mondo la malattia è sottostimata nascono dal
fatto che questa si può manifestare con sintomi generici e variabili.
La sintomatologia più tipica è rappresentata da diarrea, calo di peso e forze,
gonfiore e dolore addominale, vomito e, nei bambini, anche rallentamento o
arresto della crescita; tuttavia le manifestazioni intestinali non sempre sono
presenti, mentre sono frequenti i casi in cui si possono apprezzare le conseguenze
del malassorbimento (anemia, bassa statura).
Esistono inoltre forme che, in assenza di sintomi eclatanti, vengono
diagnosticate occasionalmente nei soggetti a rischio di celiachia, per esempio, nei
familiari di celiaci, in pazienti diabetici o sottoposti a esami per l’accertamento di
altre malattie genetiche o autoimmuni (tiroidite, epatite).