Perché non si deve lavare il pollo prima di cucinarlo e lo strofinaccio potrebbe essere un nemico in casa
Lavate sempre il pollo sotto l'acqua del rubinetto prima di cucinarlo? Sbagliato.
Così facendo, infatti, si rischia di aumentare la diffusione dei batteri e il pericolo di infezioni.
Varie fonti, come la Food standards agency britannica, hanno avvisato sui pericoli che può comportare sciacquare il pollo crudo prima di cuocerlo: gli schizzi dell'acqua utilizzata per lavarlo sotto il rubinetto possono veicolare i batteri nelle zone circostanti, depositandoli sulle mani, sugli utensili e sugli oggetti presenti vicino al lavello, così come sugli abiti indossati.
Questa contaminazione consentirebbe quindi ai batteri di estendersi al resto della cucina e agli altri ambienti della casa. Il principale imputato è il Campylobacter, presente in molti tipi di carne e in misura maggiore nel pollo, che può causare infezioni intestinali o patologie più gravi: per ridurre i rischi è meglio cucinare la carne direttamente, poiché solo la cottura assicura la sua efficace eliminazione. Inoltre, più in generale, in cucina è meglio separare i cibi crudi da quelli cotti e, ovviamente, lavare bene gli strumenti adoperati per la carne cruda.
Strofinaccio
Dopo spugne, lenzuola e asciugamani ecco a voi un altro ricettacolo di germi: lo strofinaccio, quello che usate per asciugare piatti e posate.
La spugna da cucina non è lo strumento più igienico per lavare i piatti, questo lo sappiamo. In cucina, però, ci sono anche altri pericoli: uno studio recente condanna senza appello anche lo strofinaccio con cui asciughiamo le stoviglie.
Secondo la ricerca può essere infatti responsabile della diffusione di germi, batteri e addirittura di intossicazioni alimentari. A sostenerlo sono i ricercatori dell'University of Mauritius che hanno presentato la loro indagine all'incontro annuale dell'American Society for Microbiology, ad Atlanta (Usa).
Toccare il cibo con mani sporche
Un piccolo test che potete fare a casa mostra quanti germi possono crescere su una fetta di pane toccata con le mani sporche.
Sulla mano prosperano in media 150 specie differenti di batteri: tenerle pulite è importante. Per convincere i suoi studenti a lavare le mani con regolarità, Donna Gill Allen, una professoressa americana della Cape Fear High School di Fayetteville (North Carolina) ha fatto un esperimento curioso e abbastanza impressionante.
IL TEST.
La docente ha fatto mettere tre fette di pane in altrettanti sacchetti di plastica chiusi con uno zip. Il primo, il campione di controllo, conteneva del pane maneggiato solo con guanti nuovi e puliti, quindi sterili.
Il secondo è stato infilato nel sacchetto da mani appena lavate.
La terza fetta di pane è stata invece maneggiata da bambini con le mani sporche, e poi infilata nella bustina e sigillata.
CHE COS'È SUCCESSO.
I sacchetti sono poi stati etichettati in modo che fossero riconoscibili e lasciati in disparte alcuni giorni, fino a quando i germi non hanno iniziato a proliferare.
Sulla fetta toccata da mani sporche i germi hanno proliferato molto più che altrove, tanto che la mollica da bianca è diventata di un poco rassicurante color blu-verdastro.
L'esperimento conferma ciò che i ricercatori da tempo sostengono: almeno il 15-30% delle infezioni, sia virali sia batteriche, si possono prevenire con un'accurata igiene delle mani, che sono un facilissimo veicolo di trasmissione di malattie, proprio perché vengono frequentemente a contatto con la bocca.
Perché le mani possano dirsi pulite correttamente occorre però che il loro lavaggio duri almeno 40 secondi.
fonte Focus