Urologia, i progressi della chirurgia laser per ipertrofia prostatica e calcoli urinari

Urologia, i progressi della chirurgia laser per ipertrofia prostatica e calcoli urinari

L’ipertrofia benigna della prostata (IPB) è, dopo l’ipertensione, la malattia più diffusa nel sesso maschile. Una condizione che riguarda 6 milioni di italiani over 50, ma colpisce anche 1 under 50 su 10, in presenza di fattori di rischio come disturbi cardiovascolari, fumo, livelli elevati di glicemia, colesterolo e trigliceridi.

La calcolosi delle vie urinarie (rene, uretere, vescica) interessa il 10% degli uomini e il 7% delle donne, spesso a causa di regimi alimentari e stili di vita scorretti. In Italia si stimano 100.000 nuovi casi l’anno, con un rischio elevato di recidive, in parte evitabili se si eseguisse di routine l’esame chimico-fisico del calcolo, utile per identificare le sostanze responsabili della sua formazione e limitarne l’apporto con la dieta.

L’approccio chirurgico a queste patologie è oggi semplificato dai laser ad olmio e al tulio di nuova generazione, una tecnica mininvasiva, che ha ridotto notevolmente i tempi operatori, dolore e perdite ematiche, con una degenza di 1-2 notti e un più rapido recupero post-intervento, preservando la virilità e la continenza urinaria.

Luca Carmignani responsabile dell’Unità Operativa di Urologia dell’IRCCS Policlinico San Donato (MI) spiega perchè molti timori sull’ipertrofia prostatica benigna sono infondati, anche grazie alle nuove tecniche mininvasive d’intervento. By: Medico e paziente 17 Febbraio 2020

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