In Italia sono 19mila i casi di fibrosi polmonare idiopatica
Farmaci | Redazione DottNet | 16/11/2019 15:54
Tre anni fa è entrato sul mercato italiano 'nintedanib', trattamento che può rallentarne significativamente la progressione della patologia
Sono circa 19mila in Italia le persone affette da fibrosi polmonare idiopatica, una malattia cronica respiratoria che provoca la formazione di tessuto cicatriziale a livello polmonare, con conseguente perdita progressiva della funzionalità respiratoria. Dell'importanza della diagnosi precoce per il trattamento di questa patologia si è parlato in occasione di due simposi sostenuti da Boehringer Ingelheim nell'ambito del 20/o Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (Aipo). La patologia, non reversibile, se non diagnosticata in modo tempestivo porta alla morte entro 2-5 anni dall'insorgenza. Nell'ultimo decennio l'avvento di nuove terapie ha permesso di rallentare la progressione della malattia e migliorarne la prognosi.
Tre anni fa è entrato sul mercato italiano 'nintedanib', trattamento che può rallentarne significativamente la progressione della patologia, consentendo ai pazienti di avere un'aspettativa di vita più lunga e qualitativamente migliore. Nintedanib è un inibitore delle tirosin-chinasi (tki), che ha come bersaglio tre recettori dei fattori di crescita che hanno dimostrato di essere potenzialmente coinvolti nella patogenesi della fibrosi polmonare idiopatica. "Nbuild è il primo studio clinico nell'ambito delle malattie interstiziali polmonari fibrosanti che raggruppa i pazienti sulla base del comportamento clinico della loro patologia anziché della diagnosi clinica primaria - dichiara il professor Venerino Poletti, direttore del dipartimento toracico dell'Asl della Romagna -, il trial ha dimostrato gli effetti positivi del farmaco nel rallentare il declino della funzionalità polmonare in un'ampia gamma di malattie interstiziali polmonari fibrosanti".