Orbitopatia di Graves: efficace l’immunosoppressione con micofenolato o azatioprina

Orbitopatia di Graves: efficace l’immunosoppressione con micofenolato o azatioprina

L’immunosoppressione antiproliferativa con micofenolato o azatioprina migliorerebbe i risultati nei pazienti con orbitopatia di Graves, mentre la radioterapia non avrebbe effetti. È quanto avrebbero evidenziato i risultati di due studi clinici pubblicati su Lancet Diabetes and Endocrinology.

La patologia:  L’orbitopatia di Graves, che si evidenzia quando i bulbi oculari sporgono all’infuori, è una manifestazione clinica del morbo di Basedow-Graves, una malattia autoimmune che colpisce la tiroide. Il trattamento di prima linea dell’orbitopatia di Graves attiva e grave è metilprednisolone per via endovenosa. Alcuni pazienti, però, non rispondono a questo trattamento o hanno delle ricadute.

Lo studio:  Nel primo trial, coordinato da George Kahaly del Johannes Gutenberg University Medical Center di Mainz, in Germania, ricercatori tedeschi hanno confrontato efficacia e sicurezza del micofenolato in associazione con metilprednisolone, rispetto a quest’ultimo da solo, su 164 pazienti con orbitopatia di Graves da moderata a grave. Nell’analisi intention-to-trest, su 149 pazienti, il tasso di risposta alla settimana 12 non differiva significativamente tra il gruppo trattato solo con metilprednisolone, 49%, e il gruppo trattato anche con micofenolato, 63%. Anche i tassi di recidiva a 24 e 36 settimane non differivano tra i due gruppi. Nell’analisi post-hoc, però, un numero significativamente maggiore di pazienti del gruppo trattato con micofenolato, pari al 71%, avrebbe risposto efficacemente alla terapia di combinazione rispetto al gruppo in terapia solo con metilprednisolone, il 53%, risultato confermato anche alla settimana 36, con percentuali di 67% contro 46% di risposta mantenuta nel tempo. Inoltre, entrambi i gruppi avrebbero mostrato un miglioramento a livello oftalmico alle settimane 12, 24 e 36, ma questi miglioramenti sarebbero stati significativamente più importanti nel gruppo trattato con micofenolato, alle settimane 24 e 36. Gli effetti collaterali si sarebbero verificati con frequenza simile nei due gruppi. “I pazienti con orbitopatia di Graves attiva e grave che non hanno controindicazioni all’uso di micofenolato sodico potrebbero trarre beneficio dalla terapia di associazione con micofenolato”, hanno concluso i ricercatori.

Il secondo studio:  Nel secondo trial, CIRTED, un gruppo di ricerca guidato da Richard Lee dell’Università di Bristol, ha valutato la radioterapia, l’immunosoppressione con azatioprina o la combinazione di questi due trattamenti. Nell’analisi intention-to-treat non ci sarebbero state differenze tra i tre regimi, ma nell’analisi post-hoc, alla settimana 48 i risultati sarebbero stati significativamente migliori tra i pazienti che avevano ricevuto azatioprina da sola o in combinazione con radioterapia piuttosto che tra quelli trattati solo con la radioterapia.

I commenti:  “Nel loro insieme, queste due pubblicazioni suggeriscono che i pazienti trattati con corticosteroidi per via sistemica per l’orbitopatia di Graves potrebbero anche beneficiare di un agente antiproliferativo, preferibilmente micofenolato, mentre non dovrebbero ricevere radioterapia a livello orbitale”, ha spiegato Lee. Robin Peeters, dell’Erasmus University Medical Center di Rotterdam, in Olanda, che ha scritto un editoriale sui due studi clinici, ha dichiarato di essere rimasto “molto sorpreso dagli effetti benefici derivanti dall’aggiunta di micofenolato alla terapia”. Inoltre, “un risultato è che la radioterapia non dovrebbe essere presa in considerazione come trattamento di prima linea dell’orbitopatia di Graves”. In ogni caso, l’esperto sottolinea il fatto di personalizzare la terapia, da mirare sulla base dello stadio della malattia.

Fonte: Lancet Diabetes and Endocrinology
di Will Boggs   (Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)
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